in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

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La mitica generazione dei nuovi dinamitardi d'Occidente 

(Luca Guglielminetti)

 

MOLTO di quanto scritto da Elemire Zolla, forse non pare, ma oggi è incarnato. Incarnato nella generazione più giovane, quella che rischia. Sì, rischia perché non avendo le prospettive dei padri, rischia di trovarsi senza lavoro fisso, senza fissa dimora, senza pensione né paura di morire. Ma quando non si ha paura di rischiare e di morire, al contrario di Zolla, o di Cristina Campo, la svolta oggi non avviene sul piano mistico delle idee. Semmai capita qualcosa di simile a quanto scriveva Max Weber: "Gli antichi dei, disincantati e perciò trasformati in potenze impersonali, sorgono dalle loro tombe e riprendono la lotta fra di loro aspirando a conquistare il dominio sulla vita".
Molti delle ultime generazioni, possono sembrare zombi, ma gli dei non li praticano con la mistica, ma nella carne, cercando appunto di riconquistare il "dominio sulla vita". Le folli corse in auto di notte a fari spenti, gli eccessi di alcolici e stupefacenti, il rifiuto del lavorare, non come bestie, ma in quanto solo bestie, certamente li connota come 'bassi'. Come 'bassa' è la considerazione per la contesa politica espressa da Zolla e la Campo, così anche a questa generazione è chiaro che destra e sinistra oggi mancano di connotazioni sufficientemente chiare e si pongono al di sopra o fuori dalla politica in senso stretto: cioè fuori dalla politica partitica. Nel senso che la politica, come condivisione di spazi pubblici condivisi, si svolge fuori dalle sedi di patito, fuori dalle sezioni e dalla maggior parte dei circoli politico-culturali.
In fondo molto di Zolla, fra cui la distonia tra l'intellettuale e lo sciamano, oggi si aggira nelle nostre città, e l'espressione di Flaiano : "Elemire Zolla / preferisco la folla", oggi suona, seppur debolmente in quanto molto deprivato culturalmente (della cultura classica), "Noi/ pratichiamo la folla" e forse anche un po' la follia.

Se di miti si deve parlare, o rispecchiarcisi, i libri di Zolla, come quelli di un Guénon o un Eliade, e come i molti altri della 'tradizione', sono di una natura molto diversa da quelli di Kerény o di Hillman, ad esempio. Qual'è la differenza? L'approccio esclusivamento "letterario" ed "esoterico" dei primi e quello più "scientifico" od "essoterico" dei secondi. Sarà perché l'illuminismo e l'uso della ragione non riusciamo a percepirli come "cospirazione" o come "demoniaco", ci pare che la differenza tra un mistico "liberale" e un socialista "liberale" risieda nella dimensione sociale della conoscenza, o gnosi. Il rimprovero a questa cultura, sicuramente emarginata per molti anni in Italia, risiede non più tanto nel fatto di essere "di destra" tout-court, quanto piuttosto per il disprezzo che esprime verso il "basso", la piazza dove tumultuose e sporche si muovevano l'altro ieri le classi, ieri la massa, oggi una somma di individui in relazioni varie tra loro. La cultura di sinistra, con le rare eccezioni italiane costituite da Furio Jesi o Ugo Volli, ha, a sua volta, respinto o rimosso la "macchina mitologica". Solo in casi isolati di "socialismo eretico" ha colto nel segno. Come trapela in tutta l'opera di Camus, dove si percepisce la contiguità tra l'estrema solitudine e indifferenza dell'individuo e tutto il senso a partecipazione a tutto ciò che lo circonda con spirito di libertà ed eguaglianza. 

In fondo l'unico rimprovero che ci sentiamo di muovere a Elémire Zolla è solamente questo: non aver visto che gli dei non animano solo il fondo della propria anima, o quella di una cerchia chiusa, ma agiscono sempre in chiunque e ovunque in forme diverse, anche nella bassa piazza della politica che rifiuta l'unità del tutto, ma si divide politeisticamente, per non dire - dato il tema - semplicemente pluralisticamente, almeno in parti opposte, come lo yin e yan della tradizione taoista. Quello che vediamo noi, ed è profondamente socialista e liberale contemporaneamente, è il principio di scissione originario del più semplice organismo biologico vivente che si riproduce, forse nell'universo taoista, ma sicuramente in modo evidentemente percepibile in noi stessi, nella politica, all'interno degli schieramenti e dei singoli partiti, correnti, e giù, giù in fondo fino a quando chiacchieriamo al bar con un amico e siamo sempre in due.
Se il titolo del suddetto articolo ci sintetizza Zolla come dinamitardo dei miti dell'Occidente, oggi assistiamo all'esplosione concreta di quella bomba. Gli "dei dell'estasi" non sono un meccanismo in fondo al nostro cervello o cuore, ma sono carne lacera, che aspira a ricompattarsi per domare la vita. Lui ha fatto un po' l'aristocratico ed è morto in casa sua pur preferendo la folla, noi facciamo un po' gli anarchici e ci sentiamo di morire in piazza, perché la nostra nostalgia non sarà un mito morto da consumarsi in casa propria, ma una città viva, come la Lugano Bella: un'utopia o una riforma dotate di bellezza sociale, da condividere (con la forza impersonale degli antichi dei) con altri negli spazi pubblici e privati. 

(Luca Guglielminetti)

 

Da: http://www.socialisti.net/CAFFE/zolla1.htm

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