in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

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Yasenkanna - Trattato zen sulla salute (Hakuin Ekaku Zenji)


 

Prefazione compilata dall'abate del Romitaggio della Povertà, affamato e infreddolito.

Nella primavera del settimo anno dell'era  Horeki (1757), dalla libreria Shogetsu Do della  capitale,  venne scritta una lettera ai servitori di Kokurin[1] in cui si diceva: «Ci é giunta voce che tra i vecchi manoscritti del Maestro se ne trova uno chiamato  "Yasenkanna"[2], o qualcosa di simile, in cui s'insegna come temprare il "Ki"[3],  coltivare lo Spirito e incrementare il vigore. In esso é racchiuso il segreto della lunga vita, e tratta dell'essenza del cosiddetto "Shinsen Rentan"[4]: per i cultori,  la sola  speranza di leggerlo é come una benefica pioggia durante la siccità. Alcuni  monaci  ne  hanno  fatto  segretamente  delle  copie, ma le custodiscono come un tesoro inaccessibile, e  questo  é  come  tenere stoltamente un recipiente prezioso chiuso in una scatola. Noi vorremmo pubblicarlo  e  offrirlo ai posteri così da soddisfare la loro ardente sete di conoscenza.  Abbiamo sentito dire che il Maestro considera  un piacere della sua vecchiaia il poter beneficiare il prossimo: se potrà   dunque essere utile agli altri,  non sarà più riluttante». I servitori presero la lettera e la portarono al Maestro.  Egli sorrise e diede il suo assenso. Ma  quando i  discepoli aprirono la vecchia cassetta dei manoscritti, oltre metà dello "Yasenkanna" risultava mangiata dalle  tarme.  Allora completarono  e  ricopiarono il testo,  che risultò alla fine di circa centocinquanta pagine. I servitori le rilegarono e le inviarono  alla capitale. Poichè io sono il più vecchio dei discepoli,  mi fu chiesto di scriverne una prefazione e io non mi sono rifiutato di farlo.

Dimoro al Kokurin da circa  quarant'anni.  Da  quando  sono  diventato abate  ho  visto  tutti  i novizi,  qui convenuti per la pratica della meditazione, adeguarsi agli insegnamenti severi del Maestro non appena varcata la soglia. Vi é stato chi,  pur sottoposto a ripetuti colpi di bastone per scoraggiare un atteggiamento mentale sbagliato,  é rimasto dieci o vent'anni,  e vi é perfino stato  chi  non  si  é  curato  del pericolo di perdere la vita. Tutti  costoro  furono  eccellenti adepti,  creature di grande energia convenute  da  ogni  provincia  del  Paese.  Si  stabilivano  in  case abbandonate  o in vecchi templi e in santuari in rovina,  in un raggio di cinque o sei "ri"[5], a oriente oppure a occidente del monastero, e si dedicavano instancabilmente alla pratica della meditazione. Essi  pativano  privazioni  al  mattino e difficoltà la sera, fame di giorno e freddo di notte; mangiavano solo verdure crude e  crusca; tolleravano violenti rimproveri e insulti,  provati fin nelle ossa dai colpi di bastone. Chi avesse visto o udito tutto questo se ne sarebbe addolorato  e avrebbe versato lacrime di compassione.  Perfino gli dei avrebbero pianto e i peggiori demoni avrebbero congiunto  le  mani  in segno di pietà. All'inizio,  al loro arrivo,  erano belli come Sogyoku [6] o Kaan[7], con la pelle liscia e pieni di salute.  Ma in breve tempo sfiorivano e il  loro  volto  impallidiva  come  quello  di  Toho[8]  e Kato[9]; incontrarli era  come  vedere  Kutsushi[10]  nelle  vicinanze  delle paludi. Quale  piacere  avrebbe  potuto  indurli  a fermarsi anche per un solo giorno  al  monastero,   se  non  fossero  stati  monaci  valenti   ed eccellenti,  tali da non tenere in considerazione alcuna il corpo e la vita stessa pur di dedicarsi alla meditazione? Ma talvolta le difficoltà della pratica superavano la misura, e coloro che pativano troppe privazioni compromettevano la natura metallica dei loro  polmoni[11], gli umori  si  seccavano[12], soffrivano di disfunzioni e  gonfiori agli intestini, e alla fine erano colpiti da malattie gravissime. Allora il Maestro, mosso a compassione per quelle sofferenze, dopo esser rimasto preda  dell'infelicità  per  alcuni giorni,  alla fine si fece coraggio,  e accarezzandosi la testa rasata come una nutrice ormai vecchia,  trasmise loro l'insegnamento  segreto della Contemplazione Interiore.

Così parlò:  «Quando  ai  coraggiosi che seguono la Via della pratica Zen la natura ignea del cuore sale nella direzione contraria, il corpo e la mente si affaticano, e i cinque organi interni non stanno più in equilibrio tra loro. Allora, anche se si tenta di curarli con gli aghi,  la moxa e le medicine,  neppure  Kada,  Hen,  neppure So[13] potrebbero guarirli facilmente. Ma io conosco l'insegnamento segreto del "Tan"[14] rigenerato degli Immortali. Provate voi stessi a sperimentarlo. Ha un effetto miracoloso: é come rivedere i raggi del sole quando le nubi si  aprono o la nebbia si dissipa. Se desiderate mettere in pratica questo mio segreto, interrompete per un certo tempo le congetture mentali, lasciate da parte il "Koan"[15] e prima di tutto é bene che facciate un profondo sonno. Quando siete in procinto di addormentarvi, allungate le gambe, stiratele con forza, riempite del "Ki" originario tutto il corpo e accumulatelo nel cerchio dell'addome, nella zona del "Kikai Tanden"[16], e poi nelle anche, nelle gambe e nella pianta dei piedi. Fate la seguente  visualizzazione:  "Questo mio 'Kikai Tanden', le anche, le gambe e le piante dei piedi sono il mio aspetto originale[17]. In questo mio aspetto originale perchè ci sono le narici? Questo mio 'Kikai Tanden' é il mio luogo d'origine[18]. Per qual motivo questo luogo d'origine dovrebbe ricevere notizie? Questo mio 'Kikai Tanden' é la Pura Terra del mio semplice cuore[19]. Per qual motivo questa Pura Terra dovrebbe  essere  meravigliosa? Questo mio 'Kikai Tanden' é Amida che vive dentro il mio corpo[20]. Per qual motivo Amida dovrebbe trasmettere l'Insegnamento?". Bisogna essere concentrati e ripetere più volte queste Formule. Se gli effetti della concentrazione crescono, il "Ki" originario dell'intero corpo si raccoglierà pur senza che ne abbiate coscienza, nelle anche, nelle gambe e nella pianta dei piedi,  e l'addome si arrotonderà  come una zucca e diventerà elastico come una palla. Continuando a concentrarsi in  questo modo con determinazione, entro sette, quattordici o al massimo ventun giorni, sarà risolta ogni forma di esaurimento del "Ki" o di affaticamento di polmoni o milza, e se i cinque organi e i sei visceri non dovessero guarire, io vi autorizzo a tagliarmi la testa». Tutti i discepoli lo ringraziarono colmi di gioia e ognuno si concentrò per suo conto nella pratica della Contemplazione Interiore con diligenza. Tutti poterono constatarne gli effetti meravigliosi.  La rapidità con cui progredivano dipendeva dal grado di determinazione nella pratica, e la maggior parte di essi guarì completamente e tutti incessantemente  celebravano i meravigliosi effetti della Contemplazione Interiore. Il Maestro disse: «O monaci, ora che la malattia del cuore è completamente debellata, non dovete sentirvi appagati. Quanto più guarite, tanto più dovete  progredire; quanto più realizzate il "Satori"[21], tanto più dovete praticare.

Quando incominciai a praticare la meditazione Zen, io patii una malattia gravissima le cui sofferenze erano dieci volte superiori alle vostre. Un dilemma mi tormentava. Incessantemente mi dicevo che era meglio morir presto e lasciare questo mio corpo, piuttosto che vivere in simili sofferenze. Ma per buona sorte,  mi iniziarono al segreto della Contemplazione Interiore e potei guarire completamente, come voi ora.

Il Saggio[22] mi disse: "Questa é l'arte divina che fa diventare Immortali.  Uomini inferiori o comuni raggiungeranno i trecent'anni di età, mentre per quelli superiori non é possibile stabilire alcun limite".

Io non potei trattenere la gioia e per circa tre anni continuai la pratica rivitalizzante, senza interromperla mai. Mi accorsi che il corpo e la mente recuperavano gradualmente la salute e che il "Ki" e la forza incessantemente si accrescevano. Mi dissi allora che se anche avessi continuato a praticare quel  profondo insegnamento sino a raggiungere  gli ottocento anni come Hoso[23],  non sarei stato altro che un ostinato e stolto demone custode di cadaveri. Proprio come una vecchia volpe addormentata nella sua tana. E alla fine sarei tornato al nulla. Perchè non si incontra più sulla terra una persona come Kakko[24], come  Tekkai[25], come Choka[26] oppure Hicho[27]? Meglio ispirarsi ai Grandi Quattro Voti[28], studiare la dignità del Bodhisattva,  conformarsi sempre alla Grande Legge[29], trattenere il Vero Corpo del "Dharma", non nato prima dello spazio vuoto e che non muore dopo di esso, conseguire il Corpo di Diamante di Buddha[30].

Sono  passati trent'anni da quando si radunarono qui alcuni eccellenti e profondi praticanti. Ci dedicavamo insieme alla Contemplazione Interiore e allo "Zazen", determinati come se lavorassimo nei campi o combattessimo una battaglia. Anno dopo anno il loro numero é andato aumentando fino ai duecento che ora siamo.  Molti si esaurirono e si ammalarono.  Ad alcuni la natura ignea del cuore prese a salire nella direzione contraria, e poichè erano sul punto di impazzire, ne ebbi compassione e segretamente trasmisi loro l'essenza della Contemplazione Interiore. Le loro condizioni progressivamente migliorarono, e quanto più si risvegliavano, tanto più li esortavo a perseverare. Sebbene io abbia ormai superato i settant'anni, non ho traccia di malattie, i denti sono saldi e nessuno di essi m'é caduto. Anche il funzionamento di occhi e orecchie é perfetto, e non sono disturbato da immagini o da suoni indistinti. Non tralascio mai i sermoni sul "Dharma" che si tengono due volte al mese, accetto gli inviti  a prender parte a grandi riunioni di centinaia di persone, e per venire  incontro alle richieste dei monaci novizi ho tenuto cicli di cinquanta o settanta sedute per illustrare i "Sutra"[31] o altre raccolte, e neppure un giorno si é chiuso senza cibo e letture[32]. Corpo e mente sono in salute e a venti o trent'anni il mio "Ki" e il mio vigore erano inferiori agli attuali.  Tutto ciò dipende, lo so bene, dagli effetti della Contemplazione Interiore».

I  monaci ringraziarono commossi e dissero: «Oh,  Maestro dalla grande pietà e  dalla grande compassione, ti preghiamo di scrivere un compendio del metodo  della  Contemplazione Interiore: se lo farai e sarà tramandato, potrà esser d'aiuto per tutti coloro che,  come noi, soffrono per la "malattia dello Zen"».

Il Maestro assentì e il manoscritto fu ben presto pronto. In esso sta scritto che il punto principale per coltivare la vita e ottenere la longevità é fare in modo di raffinare il corpo. Per raggiungere questo fine bisogna risvegliare il  "Ki" dello Spirito e accumularlo nella zona del "Kikai Tanden". Quando lo spirito é concentrato, il "Ki" si raccoglie, e quando il "Ki" si é raccolto si forma il vero "Tan", e quando il "Tan" si é formato, il corpo é in ordine, e quando il corpo é in ordine lo Spirito é perfetto, e quando lo Spirito é perfetto si ha la longevità. Gli Immortali promettono tutto questo attraverso l'insegnamento segreto del "Tan" raffinato nove volte[33]. Va detto in realtà che il "Tan" non é una cosa esterna. L'essenziale è far scendere la natura ignea del cuore, riempire con essa la zona del "Kikai Tanden" e lì mantenerla. Se tutti i monaci lavoreranno incessantemente su questo punto essenziale, non soltanto guariranno dalla malattia dello Zen, non soltanto usciranno dall'esaurimento in cui sono caduti, ma per quanto riguarda il superamento della «barriera dello Zen», coloro che a lungo hanno sostenuto un Grande Dubbio[34], proveranno un'immensa gioia, al punto di farsi una grande risata battendo forte le mani. Questo perchè «quando la luna si fa alta, le ombre del castello scompaiono»[35]. Venticinquesimo giorno del primo mese del settimo anno dell'era Horeki. L'abate del Ritiro della Povertà,  affamato e infreddolito,  bruciando incenso con profonda venerazione, si accinse a scrivere quel che segue. Il giorno in cui per la prima volta mi diedi alla pratica Zen, feci voto di applicarmi con fede intrepida e intensa, e giurai di far nascere in me stesso un intento incrollabile verso la Via. Dopo alcuni anni  di  dura  ascesi,  improvvisamente una notte il nodo fu sciolto[36]. I dubbi che mi avevano tormentato sino  ad  allora  si  placarono alia  radice  e  si sciolsero come neve al sole. Anche il "Karma" del perenne nascere e morire si  dissolse  totalmente  come  una  bolla sull'acqua.

Pensai  che «la Via non si trova a una grande distanza dall'uomo»[37] e mi parve un'enormità il fatto che gli antichi vi si dedicassero  per venti  o trent'anni.  Per alcuni mesi continuai a danzare per la gioia senza  rendermene  conto.  Ma  poi,  riflettendo  sulla  mia  pratica quotidiana,  mi  resi conto che gli stati di attività e di riposo[38] non erano  affatto  armonizzati  tra  loro, e anche i due estremi dell'attaccamento e del distacco limitavano la mia libertà. Decisi allora di apportare con vigore qualche perfezionamento alla mia pratica, di nuovo pronto a sacrificare la mia vita in un sol colpo. Strinsi i denti e mi dedicai alla meditazione fin quasi al punto di abbandonare sonno e cibo. Così  facendo,  dopo neppure un mese la natura ignea del cuore era salita nella direzione contraria, la natura metallica dei polmoni si era disseccata, avevo i piedi gelati come se fossero stati immersi nel ghiaccio o nella neve, le orecchie mi ronzavano con un rumore simile a quello di un  torrente nel fondo di una valle. Inoltre fegato e cistifellea erano affaticati  e indeboliti, nell'agire ero spesso assalito dal timore, la mente era esaurita,  avevo allucinazioni, sia che dormissi sia che vegliassi, e le ascelle erano  continuamente madide di sudore e gli occhi sempre pieni di lacrime. Mi affidai, quindi, ai più rinomati maestri e cercai in lungo e in largo medici di fama. Ma nessun rimedio ebbe il sia pur minimo effetto. Un giorno sentii dire che tra le montagne di Shirakawa, nella provincia di Yamashiro, viveva in una grotta un eremita che veniva chiamato Maestro Hakuyu.  Era di prodigiosa longevità avendo già passato tre o quattro volte il ciclo dei sessant'anni, e la sua dimora distava tre o quattro "ri" dall'abitato. Non amava incontrar gente. Se qualcuno andava da lui, lo evitava fuggendo. Non era chiaro se fosse uno stolto o un saggio, ma presso gli abitanti del villaggio aveva  fama di Immortale. Si diceva che fosse stato il maestro del defunto Ishikawa Jozan[39] e che avesse profonde conoscenze di astronomia e arte medica. Se qualcuno gli richiedeva insegnamenti usandogli la massima cortesia, pronunciava  poche  parole di arcana sottigliezza. Riflettendo su di esse, l'interrogante ne traeva grandi benefici.

Nella seconda decade del primo mese del settimo anno dell'era Hoei[40] feci segretamente i preparativi per il viaggio e lasciai la parte orientale di Mino,  in cui mi trovavo.  Attraversando Kurotani, giunsi direttamente al villaggio di Shirakawa, dove, lasciato il mio bagaglio in una casa da té, chiesi indicazioni sulla strada da percorrere per raggiungere  la grotta di Hakuyu. Un abitante del villaggio mi indicò un torrente che si vedeva in lontananza.  Mi addentrai tra le montagne seguendo il rumore dell'acqua. Dopo aver percorso esattamente un "ri", all'improvviso tutto fu silenzio. Anche i sentieri dei boscaioli finivano in quel punto. Vidi un vecchio, che interrogai, e lui additò un punto in lontananza tra le nuvole e la foschia. Indicava un oggetto quadrato, bianco e  giallo, di circa un "sun"[41], che appariva e scompariva tra i vapori della montagna. Quella, mi disse, era la tenda di canne che pendeva all'entrata della grotta di Hakuyu.  Sollevai gli orli  della mia veste e presi dunque a salire,  inerpicandomi su rocce scoscese e aprendomi un varco tra erbe lussureggianti.  Più  in alto, ghiaccio e neve mi mordevano i sandali, nebbia e rugiada mi impregnavano gli abiti. Il sudore gocciolava e scorreva lungo tutto il mio corpo per lo sforzo. Finalmente giunsi al luogo ove si trovava la tenda: il paesaggio  era di una purezza tale da non potersi descrivere; avevo davvero la  sensazione di essere libero dal mondo delle forme. Il mio cuore ebbe un fremito  di venerazione e sentii un brivido percorrermi il corpo. Restando sulla soglia della grotta, contai il respiro alcune centinaia di volte[42]. Poi scrollai la polvere dalle mie vesti e mi aggiustai il colletto. Quando volsi gli occhi verso l'interno della grotta con il corpo devotamente  piegato in segno di profondo rispetto, vidi indistintamente Hakuyu seduto,  la schiena ritta, gli occhi chiusi. Le nere chiome gli giungevano fino alle ginocchia,  il  viso  roseo  era bello come un frutto di giuggiolo. Un ampio panno gli faceva da veste ed era seduto su un cuscino di morbida erba. La grotta era grande appena cinque o sei "shaku"[43] per lato e non vi era alcun utensile  per  le necessità quotidiane. C'era solo un tavolino con sopra tre libri: il "Chuyo", il "Roshi" e il "Kongo Hannya"[44]. Gli rivolsi il saluto, usandogli la massima cortesia, riferii nei particolari il decorso della malattia e lo implorai affinchè mi aiutasse. Dopo un certo tempo Hakuyu aprì gli occhi, mi guardò fissamente e lentamente disse: «Io sono un essere inutile, sulla soglia della morte, e vivo tra le montagne, mangio le bacche e i frutti selvatici che raccolgo e dormo con i cervi. Oltre a questo, che posso dirti? Sono mortificato perchè tu sei giunto a cercarmi da così lontano». Ma io con innovato vigore continuai a implorarlo. Allora Hakuyu mi prese dolcemente le mani, esaminò accuratamente le condizioni dei cinque organi interni e i nove punti di controllo[45].  Aveva le unghie lunghe mezzo "sun". Corrugò la fronte, con un'espressione preoccupata, e mi disse. «La contemplazione portata all'eccesso e gli esercizi ascetici spinti oltre la giusta misura hanno causato i sintomi  seri che accusi. La tua malattia Zen é davvero difficile da curare. Se anche Henso o Kada facessero del loro meglio e si applicassero con determinazione per cercare di guarirla ricorrendo ai tre rimedi dell'agopuntura, della moxa e dei  medicamenti, non potrebbero conseguire nessun risultato miracoloso. Poichè ti sei ammalato a causa della contemplazione, se non ti applicherai per godere i benefici effetti della Contemplazione Interiore, non potrai ristabilirti. Si dice, infatti, che "alzarsi e cadere sono entrambi dovuti alla terra”[46] lo implorai: «Insegnatemi, vi prego, i segreti della Contemplazione Interiore. Dopo averla appresa, la praticherò». Hakuyu compostamente si raddrizzò e disse gentilmente: «Ah, tu sei dunque uno di quei signori che amano sapere il perchè delle cose! Ti esporrò brevemente ciò che ho ascoltato in un tempo lontano. Si tratta di un insegnamento segreto per  coltivare la vita, ed é raro che    qualcuno lo conosca; se non sarai negligente, ne verificherai sicuramente gli  effetti  miracolosi. Potresti perfino sperare di attingere l'immortalità. La Grande Via[47] si divide nei due principi "Yin" e "Yang"[48]. Dalla loro combinazione nasce l'uomo. Il "Ki" innato circola all'interno silenziosamente,  per cui i cinque organi stanno saldi nella loro sede, e i fluidi corporei, scorrendo negli appositi canali[49],  giungono ovunque. Il "Ki" e il sangue circolano insieme in su e in giù, e nell'arco di un giorno e di una notte fanno una cinquantina di giri. I polmoni sono un organo femminile, di natura metallica, e hanno sede sopra  il diaframma,  mentre il fegato, che é un organo maschile, di natura ignea, si trova al di sotto. Il cuore, anch'esso di natura ignea, corrisponde al sole e si trova nella parte superiore; i reni, di natura acquea, corrispondono alla luna e si  trovano  nella  parte inferiore. Nei  cinque organi vi sono sette energie spirituali[50]; sia nei reni che nella milza ve ne sono due. L'espirazione esce dal cuore e dai polmoni, l'inspirazione entra nei reni e nel fegato. In una espirazione la circolazione avanza di tre "sun".  Nell'arco di un giorno e di una notte vi  sono  tredicimila e cinquecento respiri e la circolazione percorre l'intero corpo cinquanta volte.  Poichè il fuoco é di natura leggera, ama salire sempre verso l'alto, mentre  l'acqua, che é dotata di una natura pesante, si sforza incessantemente di fluire verso il basso. Se non si comprende tutto ciò, quando la concentrazione[51]  perde la misura o la focalizzazione del pensiero supera il giusto limite, la    natura ignea del cuore divampa e la natura metallica dei polmoni brucia. Se il metallo-madre soffre, l'acqua-figlio si indebolisce. Se madre e figlio si  danneggiano reciprocamente, i cinque organi si affaticano e i sei visceri subiscono danni. Se si altera l'equilibrio delle Quattro Sostanze Primarie[52], ciascuna di esse causa cento e una malattie[53]. Nessun rimedio farà allora effetto, i medici incroceranno le braccia, e alla fine arriveranno al punto di esser costretti a tacere. Nutrire la vita é come governare un Paese. Un re saggio e illuminato rivolge il suo cuore verso coloro che sono in basso, un re mediocre e ottuso si occupa solo di coloro che stanno in alto. Se agisce in tal modo, i Ministri si insuperbiscono del proprio potere, i funzionari, approfittando del favore loro concesso, non si preoccupano affatto delle sofferenze del popolo. Tra di esso,  allora, abbondano le facce esangui, e nella capitale si accumulano i cadaveri  dei morti di inedia. I saggi si ritirano a vita privata, i sudditi covano risentimento e rancore. I signori delle province si ribellano, i barbari fanno a gara nel rivoltarsi e finiscono con l'infliggere dure prove al popolo, finchè il battito del cuore della nazione cessa per sempre. Quando invece il sovrano rivolge il proprio cuore verso il basso, i Ministri favoriscono l'economia e i  funzionari osservano costumi frugali e non dimenticano mai le sofferenze del popolo. I contadini, allora, hanno abbondanza di cereali e le loro mogli stoffa  in eccedenza. I saggi accorrono numerosi a offrire i propri servigi, i signori delle province si sottomettono con timore e reverenza, il popolo prospera e il paese é forte. Nessuno inoltre osa infrangere le ordinanze del sovrano e non  ci  sono popoli nemici che violino i confini. Nel paese non si ode rumore di armi e il popolo non conosce neppure i vari nomi delle spade e delle alabarde. Anche il corpo umano é così. L'uomo perfetto ne colma sempre la parte inferiore con il "Ki" del cuore. Così facendo, le sette calamità[54] non possono agire interiormente e i quattro mali[55] non riescono a penetrare dall'esterno. "Ki" e sangue sono integri e l'energia spirituale del cuore è sana. In tal modo la bocca non sarà costretta a conoscere il sapore delle medicine, nè il corpo a  sperimentare il dolore di agopuntura e moxa. Gli spiriti mediocri, invece, danno sempre libero sfogo al "Ki" verso l'alto. Così facendo, la natura ignea del cuore posta a sinistra sopraffà la natura metallica dei polmoni posta a destra. I cinque sensi si indeboliscono, si ottundono e i sei visceri ne soffrono. Per questo Shitsuen[56] dice: "Uomo Vero respira dai talloni, l'uomo comune dalla gola".

Kyoshun[57] dice: "Quando il 'Ki' si trova nel riscaldatore inferiore[58] il respiro é lungo, quando si trova in quello superiore, il respiro é corto". Joyoshi[59] dice: "Nell'uomo vi é un 'Ki' autentico e indiviso, e quando scende nel 'Tanden', ritorna uno 'Yang'. Se si vuole conoscere un segno di quando il primo 'Yang' ritorna per la prima volta, questo sicuramente corrisponderà a una sensazione di calore"[60].

Generalmente,  riguardo ai modi di coltivare la vita, é importante che le parti in alto siano sempre fresche, e che quelle in basso siano sempre calde. Per quanto riguarda i dodici canali[61], essi corrispondono ai dodici animali[62], ai dodici mesi e alle dodici suddivisioni del tempo[63]. Le trasformazioni delle sei linee e il loro ritorno all'origine del ciclo sono come il compimento di un ciclo annuale. Cinque linee "Yin" poste sopra, una linea "Yang" posta sotto é detto "Chiraifuku"[64].  E' il segno del Grande Freddo, del solstizio d'inverno. Forse é quel che s'intende con il respirare, da parte del Vero Uomo, attraverso i talloni. Tre linee "Yang" poste sotto, tre linee "Yin" poste sopra é detto "Chitentai"[65], il segno del Nuovo Anno. Le  diecimila cose si colmano del  "Ki" della vita, e anche le piante ricevono i benefici della primavera in fiore. Questa é l'immagine dell'uomo realizzato che riempie di "Ki" originario le regioni inferiori del suo essere. Quando si é in grado di far ciò,  il "Ki" e il sangue si arricchiscono e il vigore si accresce.

Cinque "Yin" sotto, uno "Yang" sopra é detto "Sanchihaku"[66]. E' la stagione del nono mese. Quando il cielo raggiunge questo punto, foreste e giardini perdono i loro colori e tutte le foglie appassiscono e cadono. Questo é il segno  del respirare dalla  gola dell'uomo comune. Il fisico allora deperisce, i denti tremano e cadono. Per questo nello "Enjusho"[67] viene detto: "Quando i sei 'Yang' sono completamente esauriti, lo 'Yin' domina ovunque e l'uomo é aperto alla morte"[68]. Si sappia dunque che, per coltivare la vita, essenziale é  riempire sempre le regioni in basso con il "Ki" originario. Anticamente Gokaisho si presentò al maestro Sekidai[69] e, dopo essersi purificato, lo  interrogò sulla tecnica del  "Rentan". Il Maestro disse: "Io possiedo il mistero del Vero 'Tan' Arcano ma posso trasmetterlo solo a un uomo eccellente".

Sempre nell'antichità,  Koseishi[70] lo trasmise all'Imperatore Giallo[71], che lo ricevette dopo ventun giorni di purificazione. Al di fuori della Grande Via non c'é nessun Vero "Tan" e al di fuori del Vero "Tan" non c'é nessuna Grande  Via.  Esiste il metodo delle cinque assenze di impurità[72]. Quando ti sarai liberato dai sei desideri[73]  e i cinque sensi avranno perduto coscienza delle loro funzioni, il vero "Ki" originario nella sua integrità si mostrerà apertamente davanti ai tuoi occhi. Questo intendeva il famoso monaco Taihaku[74] con la formula "unire la propria natura con la Natura Originaria".  L'immensa energia di cui parla Mencio[75]: "Bisogna  guidarla,  accumularla  nella  zona  del 'Kikai Tanden' nel cerchio dell'addome, lasciarla riposare a lungo, proteggerla nella sua integrità, coltivarla e renderla perfetta. Così facendo un giorno, all'improvviso,  quando si potrà esser padroni del crogiuolo[76],  all'interno, all'esterno, nel mezzo,  nelle otto direzioni e nei quattro punti cardinali[77], ovunque ci sarà un unico grande 'Tan'". A questo punto per la prima volta prenderai coscienza del fatto che tu stesso sei un grande Shinsen in possesso della vera immortalità che esiste prima del cielo e della terra e che non muore dopo che lo spazio avrà finito di esistere. Questo é il momento in cui l'opera del Vero Crogiuolo é portata a compimento.  Ah! Come ci si può interessare a futili portenti come controllare il vento, cavalcare sulla nebbia, rimpicciolire la terra e camminare sull'acqua! Si tratta di agitare il Grande Mare per produrre il "Soraku"[78],  o trasformare la terra in oro.

Un saggio dell'antichità ha detto: "Il 'Tan' é il 'Tanden',  il fluido é  il fluido dei polmoni[79],  si tratta di far tornare il fluido dei polmoni al 'Tanden'".

Io dissi: «Ho ascoltato attentamente le vostre istruzioni. Per un po' abbandonerò dunque la meditazione Zen, concentrando ogni mio sforzo nel guarire. Ma nutro il timore che questo metodo sia quello che Rishisai[80] chiama una tendenza  eccessiva all'uso del raffreddamento per far  discendere la natura ignea del cuore. Se il cuore é trattenuto in una sede fissa, non si corre il rischio che  il "Ki" e il sangue ristagnino?».

Hakuyu  sorrise e disse: «Non é così.  Rishisai non afferma forse che, essendo la natura del fuoco quella di  divampare  in  alto,  é  dunque necessario  che  sia  tenuto  in  basso?  E che la natura dell'acqua è quella di scorrere verso il basso e che perciò dovrebbe esser fatta salire in alto? La  salita dell'acqua  e  la  discesa del fuoco si chiamano "mescolare". Il mescolare é chiamato "Kisei"[81], quando non si mescola é "Misei"[82]. Mescolare é segno di vita, non mescolare è segno di  morte. Quello che la scuola di Rishisai chiama "tendenza eccessiva all'uso del raffreddamento  per  far discendere la natura ignea del cuore" ha lo scopo di evitare l'errore di quanti seguono Tankei[83].

Gli antichi dicono: "Il fuoco che svolge le funzioni di ministro sale con facilità e rende sofferente il corpo,  per cui vi si aggiunge dell'acqua per controllarlo". Il fuoco ha il duplice aspetto di "sovrano" e "ministro. Il fuoco-sovrano sta in alto e presiede alla quiete, il fuoco-ministro sta in basso e presiede  al  movimento. Il fuoco-sovrano  é il signore del cuore, il fuoco-ministro é l'aiutante del sovrano. Vi sono inoltre due tipi di fuoco-ministro: i reni e  il fegato. Il fegato va comparato al tuono,  i reni al drago.  Perciò si dice: "Se si ricaccia il drago negli abissi del  mare,  il  tuono  non eromperà. Ma se si tiene celato il tuono nello stagno, il drago non si alzerà in volo". Mare e stagno sono entrambi fatti d'acqua. Non sono forse queste parole volte a controllare la facilità che il  fuoco-ministro ha nel salire? Ancora si dice: "Quando il cuore é affaticato, si svuota e si riscalda.  Quando il cuore é vuoto fate scendere, come rimedio, il calore del cuore in basso mescolandolo ai reni.  Questa é la via del 'Kisei'".

La salita della natura ignea del  cuore  ha  prodotto  in  te  i  seri sintomi che accusi. Se non la porti in basso non potrai risollevarti, anche se praticherai fino all'estremo limite i metodi segreti dei  Tre Mondi[84]. Ora, per il mio aspetto simile a quello di un taoista, tu forse consideri quanto dico molto differente dallo Zen, ma questo  è Zen.  Nel  giorno  del  Risveglio le idee che hai ora ti faranno sorridere. La contemplazione é giusta quando non ha oggetto. Erronea é la contemplazione su più punti,  come quella che hai fatto sino a ora, e qui va ricercata la causa dei gravi sintomi che accusi.  Ora non  puoi far altro che praticare la contemplazione senza oggetto per guarirli. Se  tu  raccogli la  natura  ignea del cuore e la poni nel 'Tanden' e nella pianta dei piedi, il tuo petto spontaneamente diventerà fresco senza  nessun  calcolo o senza che l'onda delle passioni ti tocchi. Questa é la "contemplazione autentica e pura". Non si parla di abbandonare  temporaneamente  la  Contemplazione  Zen. Buddha dice: "Tenendo il cuore nella pianta dei piedi,  potrai guarire i cento e uno mali".  Negli "Agama"[85] viene descritto il metodo che si  serve della crema "So"[86], eccellente per guarire l'esaurimento del cuore. Nel "Makashikan" di Tendai[87] la discussione sulle cause delle malattie é molto esauriente. Estremamente dettagliata é anche la     spiegazione dei metodi di cura. Ci sono dodici tecniche di respirazione che riescono a guarire molte  malattie. Vi é anche il metodo di vedere un piccolo  fagiolo in corrispondenza del cerchio dell'ombelico[88].

Essenziale é riuscire a far scendere la natura  ignea  del  cuore nel 'Tanden' e nella pianta dei piedi. Questo non solo cura la malattia, ma é di grande aiuto alla Contemplazione Zen.

Ci sono poi i due metodi di arresto del "Keen" e del "Taishin". Il "Taishin" é una contemplazione "completa", mentre il "Keen" significa conferire la massima importanza al tenere nel "Kikai Tanden",  ossia nel  cerchio  dell'ombelico, il  "Ki" del cuore. Questo metodo é di grande utilità per colui che lo pratica. Molto tempo fa il maestro fondatore della Eiheiji[89], entrato nella Cina Sung,  rese omaggio a Nyojo[90]  sul monte Tendo[91]. Un giorno entrò nella stanza del Maestro e chiese  insegnamenti. Nyojo disse: "Dogen, quando rimani in meditazione devi porre il tuo cuore sul palmo della mano sinistra". Questo significa riassumere il cosiddetto "Keen" del Maestro Chigi[92].  Nello "Shoshikan"[93] é riportato nei dettagli il racconto di quando il Maestro Chigi rivelò per la prima volta il segreto della Contemplazione Interiore "Keen",  guarendo la grave malattia del confratello Chinshin, votato a sicura morte. Inoltre il Maestro Hakuun[94] dice: "Io riempio sempre l'addome con il mio cuore. Correggendo i discepoli, governando la comunità monastica e rispondendo alle sue necessità,  ricevendo  i  visitatori, partecipando ai sermoni occasionali o a quelli allargati all'intera comunità, e in ogni altra circostanza non mi  sono  mai stancato di farlo. Soprattutto ora, in tarda età,  mi  rendo conto dei grandi benefici che arreca". Queste parole sono da tenere  nella  massima  considerazione,  essendo certamente  fondate  su  ciò  che si afferma nel "Somon"[95]:  "Se sei tranquillo e senza brame, il vero 'Ki' si  conforma a questo. Se trattieni l'essenza spirituale all'interno, da dove possono mai venire le malattie?". E il punto essenziale per trattenere l'essenza spirituale consiste nel riempire l'intero corpo con il "Ki" originario, in modo che tra le trecentosessanta giunture[96] e gli ottantaquattromila pori della pelle[97]  non vi sia neppure lo  spazio di  un  capello  in  cui  manchi  il  "Ki" stesso.  Sappi che questo è l'elemento più essenziale per coltivare la vita.

Il patriarca Hoso[98] ha detto: "Per quel che riguarda il metodo di armonizzare lo spirito e guidare il 'Ki', chiudetevi in una stanza isolata e preparate il letto, riscaldate la stuoia,  badate che l'altezza del cuscino sia di due 'sun' e mezzo, sdraiatevi supini con il corpo diritto, chiudete gli occhi e rinserrate il 'Ki'  del  cuore all'interno del petto. Fatti trecento respiri impercettibili al punto che una piuma posta sopra il naso resti immobile, le orecchie più non sentiranno, gli occhi più non vedranno. Quando sarete giunti a un tale stato  non  potranno  insidiarvi  nè il freddo nè il caldo, e vespe e scorpioni non potranno nuocervi con il loro veleno. Potrete vivere fino a trecentosessant'anni e così vi avvicinerete all'Uomo Vero".

Inoltre Sonaikan[99]  dice: "Mangiate quando siete affamati e fermatevi prima di esser sazi.  Camminate fin  quando  l'esercizio  vi avrà svuotato lo stomaco, e ritiratevi allora in una stanza tranquilla e sedendo diritti contate in silenzio il respiro che entra ed esce dal corpo.  Contate  da  uno  a  dieci,  e  poi da dieci a cento. Quando, continuando a contare, da cento arriverete a mille, il corpo diventerà immobile  e  la mente tranquilla come un cielo vuoto di nubi. Prolungando un tale stato, il respiro si fermerà, e traspirerà sotto forma di vapore dagli ottantaquattromila pori della  pelle. Sentirete allora chiaramente che tutte le malattie lasceranno il vostro corpo, come una nebbia che svanisce, e ogni vostro difetto verrà annullato naturalmente. Come un cieco, ad  esempio, che apra gli  occhi all'improvviso, costui non avrà più bisogno che un altro gli  indichi la strada. L'unica cosa importante é risparmiarsi tante domande e coltivare il proprio 'Ki' originario.  Per questo si dice: colui che coltiva il potere degli occhi li tiene sempre chiusi, colui che coltiva il potere delle orecchie non si cura di ascoltare, colui che coltiva il 'Ki' del cuore é sempre silenzioso". Io chiesi: «Posso conoscere il metodo che si serve della crema "So"?». Hakuyu  rispose: «Se il praticante,  durante la concentrazione, sente che il corpo e la  mente sono stanchi  perchè le Quattro Sostanze Primarie non sono in armonia, deve concentrare la mente sulla seguente immagine.  Ad esempio, che della crema morbida di colore e di odore puro, della grandezza di un uovo d'anatra, sia posta sulla  sommità della testa. La sua fragranza meravigliosa si diffonde ovunque sul suo capo,  poi, liquefacendosi, la crema scende fino alle spalle e ai gomiti, al petto e al torace, ai polmoni, al fegato, agli intestini, allo stomaco, alla colonna vertebrale, alla schiena. In tal modo coliche, malattie, gonfiori e dolori dei cinque organi e dei sei ausiliari, seguendo la mente, scenderanno a loro volta in basso e si udirà chiaramente come un suono di  acqua che precipita. Scorrendo lungo tutto il corpo, giungerà a bagnare le gambe fermandosi alla pianta dei piedi. A questo punto il praticante dovrà visualizzare quanto  segue: il flusso,  scorrendo  in  basso,  si accumula fino a sommergermi con il suo calore. Sarà proprio come se un bravo  medico, raccolte varie sostanze medicinali di squisito profumo, le avesse bollite e ne avesse riempito una vasca immergendomi  poi  dal  cerchio dell'ombelico  in giù.  Quando tali immagini mentali si concretizzano, improvvisamente si avvertono profumi rari e il  corpo  sperimenta  una sensazione  di  straordinaria  morbidezza. L'armonia di corpo e mente  supera di gran lunga quella che si può avere a venti o trent'anni. Le malattie dei cinque organi e dei sei ausiliari vengono così eliminate, intestini e stomaco si regolarizzano,  la pelle diventa naturalmente luminosa.  Se si segue incessantemente questa pratica,  quale malattia non potrà guarire? Quale virtù non sarà raggiunta?  Come si potrà non diventare un Immortale?  Come sarà possibile non intraprendere la Via? La rapidità con cui si otterranno questi effetti meritori dipende dall'intensità degli sforzi del praticante. Io contrassi sin da giovane molte malattie,  dieci  volte  più  penose delle  tue.  Di  fronte  a tali sintomi tutti i medici si dichiaravano impotenti.  Per quanto mi aggrappassi a cento possibilità,  non vi era arte  alcuna  in grado di guarirmi.  Allora pregai gli dei del cielo e della terra e invocai l'aiuto  del  celeste  immortale. Che felicità inattesa  ricevere  da  loro l'arte meravigliosa della crema "So"! Al colmo della gioia, mi applicai con scrupolo. Prima che un mese fosse trascorso,  la  maggior parte delle malattie mi aveva lasciato. Da allora ho sempre avvertito la leggerezza del corpo e della mente. Non tengo conto, come uno stolto, della lunghezza del mese e non so se l'anno sia o meno bisestile. I pensieri mondani mi hanno lasciato, come se mi fossi  dimenticato all'improvviso anche delle antiche abitudini dettate dai desideri umani. Non so  neppure quanti anni esattamente abbia. Ero all'incirca nell'età di mezzo quando presi a vagabondare,  per una ragione che non sto a  dirti,  tra  le  montagne della  provincia di Wakasa.  Lo feci per trent'anni e nessuno al mondo venne a saperlo. Se ripenso a quel periodo, mi sembra proprio che sia come il sogno di Koryo[100]. Ora, in questo eremo tra le montagne,  ho reso libero il mio vecchio corpo indossando solamente pochi panni, e anche nelle notti in cui il rigore  dell'inverno riesce a penetrarli,  il mio ventre avvizzito non gela. E sebbene spesso accada che per parecchi mesi non tocchi  cibo, io non sento fame. Tutto ciò certamente accade grazie al potere della Contemplazione Interiore di cui ti ho detto. Quello che ti ho appena trasmesso é un segreto, le cui possibilità non  potranno essere esaurite in tutta una vita.  Cosa posso dirti  ancora?». Poi tacque, chiuse gli occhi e rimase immobile. Mi congedai da lui piangendo. Mentre lentamente percorrevo il sentiero che scendeva  dalla  bocca della grotta,  vidi che solo le cime degli alberi erano illuminate dai raggi del sole.  Proprio allora incominciò a  risuonare  per i monti e per la valle un leggero rumore di zoccoli. In preda a stupore e paura guardai nelle quattro direzioni e  vidi  in lontananza Hakuyu che aveva lasciato la caverna rocciosa e mi veniva incontro per accompagnarmi. Quando mi fu davanti disse: «Sui sentieri di una montagna mai  calcata da piede umano, orientarsi é arduo. Potresti incontrare difficoltà nel ritorno. Ti  guiderò per un tratto».  Calzando  grandi  zoccoli, impugnando un  sottile  bastone, camminava  su alte  rocce, scalava precipizi  come  se  procedesse  lieve  su un terreno pianeggiante,  e conversando e sorridendo mi faceva strada.  Il sentiero montano  scese ancora  per  qualche  "ri",  e quando giungemmo vicino a quello stesso torrente di montagna dell'andata, egli disse: «Seguendo questo corso d'acqua arriverai sicuramente al villaggio di Shirakawa». Poi tristemente ci dividemmo. Rimasi immobile, seguendo con lo sguardo Hakuyu che ritornava verso la sua grotta. L'incedere del vecchio era maestoso:  sembrava  uno  che, lasciato il mondo e messe le ali, ascendesse al cielo degli immortali. Provai invidia e rispetto, rimpiangendo di non poter seguire un simile uomo sino alla fine dei miei giorni. Poi a passi lenti mi avviai sulla strada del ritorno.

Incominciai a praticare la Contemplazione Interiore, e dopo neppure tre anni  tutte  le malattie  che mi avevano sempre tormentato scomparvero  da sole, senza usar  medicine  e  senza  l'ausilio  di agopuntura e moxa. Non  solo  guarii  dalle  malattie,  ma penetrai  completamente e chiarificai  fino in fondo il "Koan" che sino ad allora mi era rimasto inaccessibile, per la difficoltà di  concepirlo  e  penetrarlo, di interpretarlo e di capirlo. Potei sperimentare la Grande Gioia di questa comprensione circa sei o sette  volte,  mentre  innumerevoli furono quelle in cui provai l'ineffabile gioia di un "Satori" minore. Per la prima volta capii che Myoki[101] non ci aveva ingannato parlando dei diciotto grandi "Satori" e degli innumerevoli minori. In passato i miei piedi,  anche quand'erano coperti con due o tre paia di calze,  erano sempre gelati come se fossero stati immersi nel ghiaccio o nella neve,  ma ora, anche nei giorni di freddo intenso dei tre mesi invernali,  non le uso più, e neppure accendo la stufa.  E pur avendo passato la settantina, non soffro di malattia alcuna,  neppure la più lieve. E' certamente merito di quel metodo divino. Non si deve pensare che i rantoli agonici di Kokurin[102],  scritti sotto forma di storia assurda quand'era ormai più di là che di qua,  possano ingannare il lettore intelligente. Questo racconto non é stato scritto per coloro che,  essendo di spirito eccellente,  posseggono il genio profondo per conseguire la Realizzazione in un sol colpo. Sicuramente sarà d'aiuto, se letto e studiato attentamente, per chi,  come me, é ottuso,  o per chi  abbia  patito malattie penose come le mie.  Tuttavia temo che gli eccellenti batteranno le mani per il  gran  ridere.  «Il  cavallo  che mangia   vecchie  granaglie,»  infatti  «sarà  molesto  per  chi  vuol riposare»[103].


 


 

[1] Si tratta dello stesso Hakuin, lo pseudonimo é tratto dal nome del monte su cui sorge lo Shoinji. Anticamente era di uso molto comune indicare un maestro con il nome del monte su cui  si  trovava  il  suo ritiro.  Anche  «abate  del Romitaggio della Povertà» é uno pseudonimo che Akuin occasionalmente assumeva per sottolineare l'estrema povertà del tempio Shoinjì.

[2] Il termine "Yasenkanna" può essere approssimativamente reso in italiano con «conversazione condotta semplicemente e  per  trascorrere il tempo insieme a compagni di viaggio su una nave che segue una rotta  notturna».

[3] Il  "Ki"  é  il fondamento della vitalità e della salute per  l'uomo.

[4] Espressione tipicamente taoista. La traduzione letterale del termine  é  «cinabro  raffinato  degli immortali».  Il "Tan" indica il  cinabro, o solfuro di mercurio, elemento fondamentale dell'alchimia, e che rappresenta l'acme della concezione medica di Hakuin.  "Shinsen" è  colui che raffina la medicina "Tan" della longevità.

[5] Antica unità di misura pari a circa tremilanovecento metri.

[6] Si  tratta di Sung yu,  personaggio dello stato di Chu,  nel  periodo degli Stati  Combattenti,  famoso  per  la  sua  straordinaria     bellezza.

[7] Si  tratta  di Ho yen,  personaggio della dinastia Wei,  nel  periodo dei Tre Regni.

[8] Si tratta di Tu  fu  (712-770),  poeta  della  dinastia  Tang, famoso quanto Li po.

[9] Si tratta di Chia tao (788-843), proveniente da Han yang.

[10] Si tratta di Chu yuan del periodo dei Chu.  Il suo nome era Ping e il suo soprannome Yuan.  Al tempo  dell'imperatore Shao venne     diffamato  e  fu  esiliato nella regione paludosa a sud del fiume Yang tse. Morì gettandosi nel fiume Pi lo.

[11] Secondo le concezioni mediche cinesi, i cinque organi interni (fegato,  cuore,  milza,  polmoni e reni) corrispondono nel corpo, ai     Cinque Elementi (legno,  fuoco, terra, metallo e acqua). A ciascuno di questi organi interni corrisponde poi un  organo  ausiliario  vuoto  o cavo:  cistifellea,  intestino  tenue,  stomaco, intestino crasso e  vescica.  I Cinque Organi,  con i rispettivi Ausiliari,  presiedono a tutte  le  funzioni  del  corpo.  Ciascuno  di essi ha caratteristiche proprie e particolari relazioni. Al primo, il fegato, corrisponde il numero uno e l'elemento legno.  Il  periodo  dell'anno  a esso corrispondente é la primavera.  Il fegato è sede della collera e serbatoio del sangue;  ha odore  rancido,  sapore aspro e colore bruno. L'organo di senso a esso relativo é l'occhio. Come i Cinque Elementi sono regolati e collegati tra loro da leggi  di produzione,  distruzione e inibizione, così anche i cinque organi interni risentono l'uno dell'azione e dello stato dell'altro. Nello stesso modo in cui il legno produce il fuoco, il fegato genera il cuore.  Fuoco e cuore simboleggiano l'estate. Il cuore é sede della felicità e a esso corrispondono il colore rosso,  l'odore di bruciato, il sapore amaro; l'organo di senso relativo é la lingua. Il  cuore  genera  la milza,  organo collegato all'elemento terra. La  milza é gialla,  di sapore dolce e di odore fragrante e corrisponde alla fine  dell'estate.  E'  inoltre il centro del pensiero e, nello stesso modo in cui la terra immagazzina le sostanze nutritive di cui l'uomo si serve,  così essa raccoglie le sostanze nutritive del corpo. Il suo organo di senso é la bocca. La milza genera i polmoni che corrispondono  all'elemento  metallo. I polmoni hanno colore bianco, sapore forte, odore di pesce e accumulano l'energia;  sono  il  centro  del dolore. Il periodo dell'anno a essi collegato é l'autunno.  L'organo di senso a essi corrispondente  é  il  naso. I polmoni generano i reni, che sono neri, salati e di odore nauseante. I  reni  sono  la  sede  della  volontà  e della paura e corrispondono all'elemento acqua e all'inverno.     Oltre a questa legge di produzione,  definita come  un  vero  rapporto madre-figlio, nel testo si accenna anche all'azione reciprocamente     distruttiva degli organi,  secondo la quale l'azione di un organo o di un  elemento  tende  a danneggiare o inibire quella di un altro. Così     l'azione di fegato-legno distrugge quella di milza-terra, che a sua volta  inibisce  quella  di  reni-acqua;  l'azione  di  questi tende a     distruggere  quella  di  cuore-fuoco,  il  quale  a  sua  volta,  come nell'esempio della malattia di Hakuin, danneggia i polmoni-metallo. Il     ciclo  si  conclude  con i polmoni-metallo che svolgono la loro azione distruttiva sul fegato-legno. Come si  vedrà  nel  testo  gli  organi     ausiliari  sono  in  realtà sei.  A quelli sopra citati,  infatti,  si aggiunge il cosiddetto «triplo riscaldatore», a cui non corrisponde un     organo  preciso,  ma  che  peraltro  svolge  una  funzione  di  filtro dell'organismo  regolando  e  stimolando i liquidi vitali che uniscono     tra loro gli organi. C'é infine da notare che i cinesi,  come si vedrà più  avanti  nel  testo,  stabilirono  una  serie di parallelismi e di     analogie fra il funzionamento  dell'organismo  umano  e  quello  della società,  il  che  li  indusse a collegare ogni organo e ogni funzione     corrispondente a cariche e funzioni sociali determinate.

[12] L'armonia e l'equilibrio del corpo secondo la concezione  medica cinese. é  garantita dalla corretta mescolanza di fluidi e di  "Ki".

[13] Si tratta di tre famosi medici dell'antica Cina: Hua to, Pien chio e Chang kung.  Hua to era del regno di Chu nel  periodo dei Tre     Regni. Pien chio del periodo degli Stati Combattenti, Chang kung della dinastia degli Han anteriori.

[14] Cinabro, ossia solfuro di mercurio. Espressione equivalente a "Shinsen Rentan" (vedi nota 4).

[15] Supporto meditativo tipico dello Zen,  e in particolare della scuola Rinzai.

[16] Si chiama "Kikai" la zona che va dall'ombelico  alla  regione pubica. In realtà ci sono un "Kikai" superiore e un "Kikai" inferiore.    Quello  superiore  indica  i  polmoni quello inferiore appunto la zona sottostante l'ombelico. Per quanto riguarda il "Tanden",  nel corpo ve ne  sono  tre:  il  superiore,  il mediano e l'inferiore.  Il "Tanden" superiore é situato fra le sopracciglia,  quello  mediano  all'altezza     della bocca dello stomaco e quello inferiore appunto sotto l'ombelico, tutti all'interno, sia pur superficialmente, del corpo.

[17] Nel  testo «il vero aspetto originario»,  senza illusione e senza illuminazione,  in particolare il Vero S‚. Viene spesso usato nella scuola Rinzai come un "Koan".

[18] Nel  testo il termine indica l'origine della verità.  Qui è riferito al luogo natale, luogo d'origine.

[19] Qui non si tratta solamente del  Paradiso Occidentale della  setta della Vera Terra Pura.  E' usato anche secondo l'accezione dello     Zen, secondo cui la Terra Pura é il nostro cuore. 

[20] Il Buddha Amida venerato dalla setta  della  Terra  Pura.  Ma anche  questa proposizione,  come la precedente,  non é caratteristica  solamente della setta citata: secondo entrambe  noi  stessi  siamo  il  Buddha Amida.

[21] Illuminazione spirituale.

[22] Qui s'intende sicuramente indicare il Maestro Hakuyu,  citato in seguito.

[23] Peng zu, un eremita che visse ottocento anni, fino all'ultimo anno della dinastia Yin. Esempio di lunga vita, che tornerà nuovamente    nel testo. Si dice che fin da giovane studiasse le tecniche d'igiene e di salute del corpo basate su esercizi di respirazione.

[24] Ko hung (283-364),  taoista della dinastia Xin,  detto  Baopo zu,  dal  titolo della sua opera più famosa,  fu maestro dei metodi di     pratica degli "Shinsen".  Oltre  all'opera  omonima,  é  autore  dello "Shenxian quan".

[25] Te kui, eremita del periodo dei Sui.

[26] Chang hua (232-300),  nato in una cittadina nei pressi di Lo yang fu un erudito autore, tra l'altro, del "Powu chi".

[27] Si tratta di  Fei  chang  (abbreviazione  di  Feichang  Fang)  sindaco di Junan, durante la dinastia Han.

[28] Sono i Quattro Voti del Buddha e dei Bodhisattva.  Essi sono:  voto di salvare gli esseri senzienti per quanto numerosi  siano,  voto di   controllare   le  passioni  per  quanto  forti  siano,  voto  di approfondire il "Dharma" per quanto profondo sia,  voto di  percorrere le vie di Buddha per quanto numerose siano.

[29] Il  "Dharma".  La  verità  del  Buddhismo.  Il  nucleo dell'insegnamento. La legge.

[30] Nel testo é scritto: «il Corpo del Grande  Immortale»,  ossia del  Buddha.  Nel  Taoismo  questo  termine designa la longevità senza    morte del corpo fisico;  nel Buddhismo,  invece,  diventa sinonimo  di Nirvana senza nascita o declino.

[31] I testi in cui é raccolta la dottrina buddhista.

[32] In questi ritiri,  nei giorni in cui per qualche ragione non venivano commentati i testi classici,  ci si asteneva anche dal  cibo. Qui  appunto Hakuin intende dire che i monaci non furono mai costretti a saltare il pasto per sua colpa.

[33] Il numero nove é un numero sacro per  i  taoisti,  il  numero "Yang" per eccellenza.

[34] Quello  usato  nel  testo  é  un termine caratteristico del linguaggio Zen,  e indica il  grande  dubbio  esistenziale  che  resta sempre nel fondo del cuore e che si scioglie solo con l'Illuminazione.

[35] Primo  verso  di  una poesia tratta dall'antologia di poeti Santi shi. Hakuin l'amava molto e la cita anche nel secondo volume del suo "Kaiankokugo". Quando la luna é bassa l'ombra del castello é molto lunga,  ma quando la luna é alta l'ombra si riduce fino a  scomparire.     Che gli effetti della Contemplazione Interiore aumentino e si arrivi a  guarire la malattia dello Zen, é come la luna che sale alta nel cielo,    e  lo  scomparire  dell'ombra  del  castello é come il dissolversi del dubbio, barriera dello Zen.

[36] Naturalmente si tratta dell'Illuminazione (o "Satori").

[37] Citazione tratta dal "Chung yung",  uno dei quattro classici confuciani.

[38] In tutte le cose vi sono i due aspetti del movimento e della calma, del mutamento e della stabilità.  Per lo Zen  il  movimento  è nelle  azioni della vita quotidiana (calma nel movimento),  la calma è  nella meditazione (movimento nella  calma). Questi due aspetti non    possono  agire  separatamente,  e  se non sono presenti entrambi non è possibile raggiungere il vero "Satori".

[39] Ishikawa  Jozan  (1583-1672),  eremita di Irakuto (zona orientale del fiume Kamo di Kyoto),  che nella battaglia di Osaka (1600) si  distinse  nelle  file  di  Tokugawa  leyasu   (1542-1616).  Successivamente   lasciò  le  armi  e  si  ritirò  a  vita  solitaria, componendo notevoli opere letterarie e dando anche  buone  prove  come  pittore.

[40] E' il 1710.

[41] Unità di misura equivalente a un decimo di "shaku",  e pari quindi a circa 3 centimetri.

[42] Si tratta del "susokukan",  metodo consistente  nel  contare,  secondo  tecniche  diverse,  il proprio respiro al fine di svuotare la mente.  Nello Zen,  e in particolare nella scuola Rinzai,  é il  primo  metodo di meditazione che viene assegnato.

[43] Unità di misura corrispondente a circa 30 centimetri.

[44] I  tre  libri sono il "Chung yung",  il "Tao Te Ching" e il  "Kongo Hannya Haramita Kyo",  ossia il "Vajracchedika Prajna Paramita     Sutra".

[45] Si tratta dei nove punti vitali in cui si possono sentire le pulsazioni.

[46] Espressione liberamente tratta da un passo del "Nyudajoron".

[47] «Grande Via»,  principio che precede la creazione di Cielo  e Terra,  origine delle «diecimila cose»,  ossia di tutto il creato. Nel Lao-tzu é detto: «Prima della formazione del cielo e della terra c'era  una qualche cosa nello stato di fusione.  Immota e  immateriale,  essa esiste da  sola e non muta.  Circola instancabile ovunque.  La si può considerare come la madre di tutto ciò che esiste sotto il  cielo.  Io non  ne  conosco  il  nome,  ma la designo con l'appellativo di "Tao".  Sforzandomi,  per quanto  possibile,  di darle un nome, la chiamo Grande».

[48] Nella  terza appendice dello primo "ching" (primo paragrafo del quarto capitolo del "Ta chuan") si legge: «Nello "I ching" è    contenuto  il  "Tai  chi",  che  dà vita ai due elementi».  Questi due elementi sono detti «Cielo e Terra» oppure "Yang"  e  "Yin".  Il  "Tai     chi" ha dunque originato l'universo.  In questo punto del testo Hakuin chiama il "Tai chi" «Daido» (Grande Tao).  Nel "Tai chi  tu  shuo"  di Chou  tun yi (Lien hsi 1017-1073),  si legge: «Movimento e quiete sono due forme di energia da cui si originano "Yang"  e  "Yin"«.Nel  caos   originario  il  "Tai  chi" era una energia che riempiva l'universo, e poi, differenziandosi in "Yang" e "Yin", ha dato vita a Cielo e Terra.

[49] Sono sia le vene in cui  circola  il  sangue,  sia  i  canali attraverso cui passano i liquidi corporei e l'energia.

[50] Secondo  le  concezioni mediche taoiste,  in ogni organo si trova una divinità-spirito,  tranne nei reni e nella  milza, che ne hanno due.

[51] Non  essendo lo "Yasenkanna" un'opera buddhista rigidamente tecnica o dottrinale,  la traduzione dei termini riguardanti i diversi     tipi  di  pratiche  meditative rappresenta una grossa difficoltà.  Nel caso  in  questione  si  può  intendere  un  tipo  di   concentrazione     fortemente  focalizzata su di un punto,  come accade nella meditazione  Zen centrata sul "Koan".

[52] Sono le Quattro Sostanze  che  costituiscono  l'universo e dunque anche il corpo umano: terra,  acqua,  fuoco e vento. Secondo il     Buddhismo esse formano l'intero creato.  Un loro squilibrio  determina le malattie,  mentre  la  loro  separazione causa la morte.  A queste     Quattro Sostanze, in alcuni testi buddhisti se ne aggiunge una quinta, l'etere.

[53] La terra causa le cento  e  una  malattie  quelle  cosiddette «gialle», dal colore tradizionalmente attribuito a questa sostanza, che colpiscono la milza,  l'organo abbinato alla terra.  L'acqua causa le cento e una malattie della saliva; il fuoco le cento e una malattie del  calore  (o  della  febbre);  il vento le cento e una malattie del raffreddamento.  In tutto, quindi, le malattie sono quattrocentoquattro.

[54] Sono le malattie nate dallo scompenso dei sette sentimenti:  felicità, rabbia, ansia, affetto, tristezza, stupore, paura.

[55] Sono le malattie  causate  dai  fattori  climatici, come il  vento, il freddo, il caldo, l'umidità.

[56] Chi  yuan ossia Chuang tse: il soprannome é dovuto al fatto che originariamente egli era impiegato presso Chi yuan. Il passo citato nel testo é tratto dal capitolo sesto del "Chuang tse".

[57] Si  tratta di Hsu tsun di nazionalità coreana,  considerato l'autore del manuale di medicina "Tung i pao chien".

[58] Nel corpo vi sono tre riscaldatori: il  superiore  ("Josho"),  il mediano ("chusho") e l'inferiore ("gesho"), il cui insieme forma il    cosiddetto triplo riscaldatore, uno dei sei organi ausiliari.

[59] Si  tratta di Dhang yang tzu,  della dinastia Yuan, famoso alchimista.

[60] Si allude qui all'esagramma ventiquattresimo dello "I ching":  «il Ritorno».  Nello "I ching" si dice spesso che dallo "Yin" nasce lo     "Yang". Nel decimo mese vi é l'estremo "Yin", nell'undicesimo mese, al solstizio  d'inverno,  nasce  uno "Yang".  Da questo momento lo "Yang" cresce fino all'apice del quarto mese. Quindi nel quarto e quinto mese si ha la situazione inversa,  quella del decimo e undicesimo.  Poi  il ciclo  si  ripete,  ed  é  per  questo  che si parla del ritorno dello "Yang".  C'é da notare,  infine,  che qui si segue l'antico calendario     lunare, il cui primo mese corrisponde circa all'attuale febbraio.

[61] Si tratta dei meridiani considerati nell'agopuntura.

[62] Si tratta dei dodici animali astrologici.

[63] Secondo il calendario lunare il giorno era diviso in dodici  ore, ognuna delle quali corrispondente a due delle attuali.

[64] L'esagramma ventiquattresimo dello "I ching": «il Ritorno».

[65] L'esagramma  undicesimo  dello  "I ching":  «la  Pace».  Si riferisce all'inizio dell'anno e all'inizio della primavera, quando la natura si risveglia dal sonno invernale.

[66] L'esagramma   ventitreesimo  dello  "I ching":  «lo Sgretolamento».

[67] "Yen shou ju",  libri sulla salute e il  prolungamento  della vita di origine ignota.

[68] Si riferisce all'esagramma secondo dello "I ching",  composto da tutte linee  "Yin": «il Ricettivo». Decimo mese dell'anno. La     mancanza dello "Yang",  in questo caso, va considerata come perdita di ogni energia; per questo é detto che l'uomo é aperto alla morte.

[69] Due eremiti dell'antica Cina,  di cui non  si  hanno  notizie biografiche.

[70] Huang cheng tzu, un eremita del tempo dell'Imperatore Giallo, che viveva in una caverna su di una montagna.  Si dice che fosse lo    stesso Lao-tzu e che l'imperatore gli chiese quale fosse  l'elemento fondamentale per raggiungere il "Tao".

[71] L'Imperatore Giallo é uno dei cinque imperatori mitici della Cina arcaica. Alcune fonti gli attribuiscono l'invenzione delle armi e della strategia militare.  L'episodio a cui si  accenna  nel  testo è tratto dal capitolo undicesimo del "Chuang tse".

[72] Si  tratta  del  metodo di purificazione dalle passioni dei cinque sensi. Nello "Orategama", dello stesso Hakuin,  si dice: «Vi é, poi, il metodo delle cinque assenze di impurità: guardare senza occhi, ascoltare senza orecchie,  parlare senza lingua,  toccare senza corpo,   pensare senza intelletto.  Allora l'unico "Ki" armonioso e  originario si manifesterà ovunque ai tuoi occhi».

[73] Sono i desideri derivati dai sei sensi: occhi,  naso, lingua,  corpo, intelletto, orecchie.

[74] Si tratta, forse, del Taihaku del Kenninji,  cioé il taoista Bosan.

[75] Il passo che segue é tratto dal Mencio.

[76] Nel testo é citato il crogiuolo in cui gli eremiti alchimisti preparavano la medicina dell'immortalità.

[77] All'interno e all'esterno di noi stessi,  in un punto mediano tra cielo e terra, nelle otto direzioni (est, ovest, sud, nord, cielo, terra, sud-est,  nord-est),  nei quattro punti cardinali (est,  ovest,  sud, nord). In pratica ovunque nell'universo.

[78] Il "Raku" é un prodotto del latte, e precisamente la panna che si forma sulla superficie dopo l'ebollizione. Il "So" é la  parte che si  solidifica  sulla superficie del "Raku" e che, con ulteriori raffinazioni, produce un burro purissimo.

[79] Il fluido dei polmoni é il sangue.

[80] Li shin tsai,  medico della dinastia Ming,  autore  dello  "I tsung Pi tu".

[81] E'  l'esagramma  sessantatreesimo dello "I ching" («dopo il Compimento»),  formato  dai  trigrammi  del  fuoco,  posto  sotto,  e     dell'acqua, posto sopra.

[82] Nome  dell'altro  esagramma dello "I ching" formato dai due trigrammi dell'acqua e del fuoco invertiti di posizione rispetto    all'esagramma  precedente.  E' l'ultimo esagramma dello "I ching",  il sessantaquattresimo,  «prima del Compimento», e che dunque indica uno stato di imperfezione.

[83] Nella sua opera Rishisai (Li shih tsai) criticò il metodo terapeutico della scuola di Tankei (Tan hsi) consistente nel  portare in basso la  natura  ignea  del  cuore  mediante l'uso di un balsamo rinfrescante.

[84] Il mondo dei desideri,  il mondo della forma e il  mondo  del senza-forma. Naturalmente qui si indica il mondo nel suo complesso.

[85] "Sutra" trasmessi dal Buddha durante una sua permanenza nel Boschetto dei Daini. Gli "Agama" sono quattro.

[86] Si tratta del tipo di meditazione di cui si parlerà più oltre nel testo.

[87] "Moho  chi  kuan".  Si  tratta  di  una  delle   scritture fondamentali della setta buddhista Tendai (in cinese Tien tai),  opera del maestro Chih i (538-597),  composta di dieci volumi,  ciascuno dei quali diviso in due parti.  Nel testo ci si riferisce alla prima parte dell'ottavo  volume.  L'opera  tratta,  in  generale,  dei  metodi  di  meditazione.  Il  «Maka» che compare nel titolo é la traduzione fonica del sanscrito «Maha», che vuole dire grande «Shi»,  ed é la traduzione del  sanscrito  «Samatha»,  spesso  reso  con  «arresto»:  indica l'unificazione  dello  spirito,   in  cui  la   mente   si   rasserena interrompendo i pensieri vaganti.  «Kan» é la traduzione del sanscrito «Vipasyana», che significa essere concentrati mantenendo la coscienza.

[88] Il metodo aiuta a focalizzare  l'attenzione  nella  zona  del "Tanden" unificando la concentrazione con la sensazione fisica.

[89]  Si  tratta di Dogen Zenji (1200-1253) fondatore della setta Soto dello Zen.  Studiò dapprima al Kenninji  con  il  Maestro  Eisai,     successivamente  si  recò  in Cina dove studiò con il Maestro Ju ching (in giapponese Nyojo,  1163-1228).  Raggiunta l'illuminazione tornò in Giappone  e  fondò  lo  Eiheiji.   Autore,  fra  l'altro,  del  famoso "Shobogenzo".

[90] Tien tung ju ching,  il Maestro di  Dogen,  fu  monaco  della setta Tsao tung e visse nel periodo Sung, sul monte Tien tung.

[91] Il Tien tung,  che si trova nel Che kiang,  una delle famose «Cinque Montagne» della Cina.

[92] Ta kao seng Chih che Ta shi,  fondatore della setta buddhista Tien tai.  Il suo nome,  come si é visto in precedenza (vedi nota 87),     era Chi i. Visse sul monte Tien tai in Cina e fu autore del "Mo ho chi kuan" e dello "Hsiao chi kuan".

[93] "Hsiao chi kuan",  dedicato  a  Chen  chin,  confratello  del maestro Chi i.

[94] Sono  molti  i  maestri  che hanno questo nome,  e dunque è impossibile identificare quello a cui il testo si riferisce.

[95] Opera medica dell'antica  Cina,  il  cui  titolo  completo  è "Huang  ti Nei ching Su wen",  composta in forma di domande e risposte     tra Huang ti (l'Imperatore Giallo) e l'illustre medico  di  corte  Chi iai.

[96] Secondo  le  concezioni mediche risalenti alla dinastia Han (206 avanti Cristo - 220 dopo Cristo), nel corpo ci sono trecentosessanta ossa.

[97] Secondo  il  Buddhismo  nel  corpo  ci  sarebbero ottantaquattromila pori.

[98] Vedi nota 23.

[99] Si tratta di Su shih (1036-11O1),  poeta noto  anche con il nome di Su tung po, discepolo di Tung li Chang Tsung. Le sue poesie,  raccolte nel "Tung po chuan chi",  sono considerate  le  migliori  del periodo Sung.

[100] Nel testo Koryo Han Juku.  (Letteralmente: «Il sogno del  miglio mezzo cotto».) Noto come «Il sogno di ricchezza» o «Il sogno     miracoloso», famoso racconto contenuto nel "Cheng chung chi" di Li po. L'azione  si  svolge  nel diciannovesimo anno Kai yuan (713-741) della dinastia Tang.  In un paese della provincia del  Szechewan,  in  Cina, viveva un giovane molto ambizioso chiamato Lu sheng.  Un giorno decise di recarsi in città per dedicarsi alla vita politica. Lungo il cammino si fermò a riposare in una casa da té dove incontrò il taoista Lu tao pin, con cui conversò a lungo, parlandogli delle sue ambizioni. Lu tao pin gli donò allora un cuscino,  dicendo che se si fosse addormentato su di esso avrebbe potuto raggiungere successi e prosperità.  Lu sheng lo  prese e si addormentò profondamente,  facendo un sogno.  In esso sposava la figlia di una facoltosa e celebre  famiglia,  superava  gli esami governativi e diventava ricco e potente.  Dopo dieci anni veniva nominato amministratore  provinciale e, passati  altri  trent'anni, otteneva  nuove cariche statali di altissimo rango vivendo una vita ricca e fortunata. Ma poi giunse il momento della morte, e Lu sheng si svegliò di soprassalto per il  terrore.  Si  accorse  allora  di  aver  sognato e ricordò Lu tao pin e il suo cuscino. La zuppa di miglio, che stava cuocendo prima che si addormentasse,  non era ancora pronta: era dunque trascorso un tempo brevissimo.  Il giovane si rese  così  conto della futilità delle sue ambizioni e,  ormai illuminato,  fece ritorno al suo paese d'origine.  Per quanto riguarda l'utilizzazione di questo aneddoto  nella letteratura giapponese,  vedi Araki,  J.T,  "The dream pillow  in  Edo fiction" 1772-1781,  Monumenta nipponica, venticinquesimo, 1-2, 1970, pagine 43-105.

[101] Si tratta di Ta hui zung kao (1089-1163). L'imperatore Hsiao tsung scrisse personalmente i tre caratteri "miao",  "hsi",  "an",  in     giapponese "myo"  (misterioso),  "ki"  (gioia)  e  "an"  (romitaggio), inviandoli al Maestro. Da questo deriva il nome usato nel testo.

[102]  Naturalmente si tratta dello stesso Hakuin.

[103] E'  il verso di una poesia di Huang ting chien (1045-1105)  vissuto nel periodo Sung, noto anche con il nome di Shan ku.  Come già     aveva   fatto  alla  fine  della  sua  prefazione  Hakuin  termina  lo  "Yasenkanna" con il verso di una poesia,  secondo la maggior parte dei     commentatori giapponesi dell'opera questo verso significa che in tempi particolarmente  burrascosi  e  rumorosi  certamente  nessuno sente un cavallo che mangia vecchie granaglie. In tempi di pace e tranquillità, invece, se il cavallo mastica durante l'ora del riposo pomeridiano, il rumore risulterà  particolarmente  importuno.  Anche il racconto di Hakuin  sul metodo della Contemplazione Interiore risulterà più o meno utile a seconda del momento e della situazione  in  cui  verrà  letto. Secondo altri commentatori questo verso starebbe a significare che a Hakuin darebbe fastidio se un lettore ridesse e battesse le mani senza darsi la pena di capire ciò che il testo realmente contiene.

 

Da: http://it.groups.yahoo.com/group/lista-dharma/files/Testi%20moderni/

 

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