Trattato per gli elementi essenziali per coltivare la mente (V Patriarca)

  in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

  home page   cerca nel sito   iscrizione newsletter   email   aggiungi ai preferiti   stampa questa pagina    
 

 

  SU DI ME
 Vita       
 Pubblicazioni

 Corsi, seminari, conferenze

 Prossimi eventi
 
  DISCIPLINE
 Filosofia antica       
 Mistica
 Sufismo
 Taoismo
 Vedanta              
 Buddhismo              
 Zen
 Filosofia Comparata
 Musica / Mistica
 Filosofia Critica
 Meditazione
 Alchimia
 Psiché
 Tantrismo
 Varia
 
  AUTORI
 Mircea Eliade       
 Raimon Panikkar
 S.Weil e C.Campo
 René Guénon, ecc.
 Elémire Zolla     
 G.I.Gurdjieff  
 Jiddu Krishnamurti
 Rudolf Steiner
 P. C. Bori       
 Silvano Agosti
 Alcuni maestri

 

Trattato per gli elementi essenziali per coltivare la mente (V Patriarca)


 

Xiuxinyaolun ('Hsiu-hsin yao lun' - Trattato per gli elementi essenziali per coltivare la mente) di Hongren.


1. Trattato in un volume per gli elementi essenziali per coltivare la mente, secondo l'insegnamento che guida l'uomo ordinario ad avanzare rapidamente verso la saggezza, l'illuminazione e la liberazione, pronunciato dal maestro Hongren di Qizhou.


2.Se Essa [la mente] non viene conservata pulita, a nessun praticante sarà permesso di avanzare nella Via. Sappiate chiaramente che, se mettete quest'opera per iscritto, dovete usare attenzione, onde evitare errori o omissioni; altrimenti potreste sviare i posteri.


3. Per quanto riguarda la pratica della Via, l'essenziale consiste nell'essere consapevoli che il proprio corpo è fondamentalmente puro, non prodotto e non distrutto. Non ci sono distinzioni, la natura propria è perfetta e completa, e la mente è pura. Quest'ultima è il maestro fondamentale, di gran lunga superiore all ripetizione rammemorante, esercitata nei confronti dei Buddha delle dieci direzioni.


4. Domanda: Come sai che la propria mente è fondamentalmente pura?

Risposta: Il Trattato delle dieci fasi (c. Shidilun o Shih-ti lun) dice : 'Nel corpo di tutti gli esseri senzienti c'è la natura buddhica adamantina. E' come il disco solare, essenzialmente luminoso, perfetto e completo, amplissimo e senza limiti. Tuttavia, esso è appesantito dai cinque skandha: è coperto dalle nuvole. E' come quando una lampada è posta in una giara: la sua luce non può risplendere' Per chiarirlo ulteriormente utilizzando la metafora del sole: è come quando le nuvole e la nebbia, nel mondo, si raccolgono nelle otto direzioni. Quando il mondo è avvolto dalle tenebre, come può risplendere il sole?.

 

Domanda: 'Perché la luce del sole non esiste più?'

Risposta: 'Non è che la luce del sole venga distrutta: è soltanto oscurata dalle nuvole e dalla nebbia. La mente pura di tutti gli esseri senzienti si trova in circostanze analoghe: sono soltanto i falsi pensieri, insinuativisi, ad averla appesantita, cosicché ora è coperta dalle nuvole. Tuttavia, se soltanto ci si potrà attenere chiaramente alla mente, i falsi pensieri non verranno prodotti, e risplenderà il sole del Dharma, cioè del Nirvana. Esso si manifesterà spontaneamente. Per questo so che la propria mente è fondamentalmente pura'.


5. Domanda: 'Come sai che la propria mente, fondamentalmente, è non prodotta e non distrutta?'.

Risposta: 'Il Vimalakirtinirdesasutra dice 'La quiddità non ha nascita. La quiddità non ha distruzione'. Il termine 'quiddità' caratterizza la quiddità autentica della natura buddhica, l'origine della mente pura della natura propria. La quiddità autentica è originaria, e non deriva dal nesso causale. Inoltre, il sutra dice ancora: 'Tutti gli esseri senzienti sono la quiddità.
Tutti i saggi sono la quiddità'. 'Tutti gli esseri senzienti', cioè noi. 'Tutti i saggi' cioè tutti i Buddha. Benché le denominazioni e i segni caratterizzanti degli esseri senzienti e dei Buddha siano differenti, nei corpi, la quiddità autentica, l'essenza del Dharma è la stessa, non prodotta non distrutta. Per questo si dice che 'tutti sono la quiddità'. Per questo
so che la propria mente fondamentalmente è non prodotta e non distrutta.

 

6. Domanda: 'Cosa puoi dire in merito al fatto che definisci la mente il maestro fondamentale?'

Risposta: 'La mente autentica esiste spontaneamente. Non deriva dall'esterno, non chiede il salario del maestro. Nei tre tempi non c'è nulla di più intimo della mente. Se si conosce la quiddità autentica e ci si attiene alla mente, s'arriverà all'altra sponda. Coloro che cadono nell'illusione rigettano la mente, impantanandosi nei tre sentieri (illusioni, sofferenze, morte). Per questo so che tutti i Buddha dei tre tempi (passato, presente, futuro) considerano la propria mente il maestro.
Per questo il trattato dice: 'Tutti gli esseri senzienti dipendono, quanto all'esistenza, dalle onde della falsa consapevolezza: la loro essenza è vuota'. Se ci si attiene con chiarezza alla mente, la falsa mente non viene originata, e si arriva alla non produzione. Per questo so che la mente dev'essere considerata il maestro fondamentale.


7. Domanda: "Cosa puoi dire in merito al fatto che la mente dell'uomo ordinario è superiore alla mente del Buddha?"

Risposta: "Riflettendo costantemente sul Buddha, intendendolo come altro da sé, non si sfuggirà al samsara. Attenendoci alla nostra mente fondamentale, s'arriverà invece all'altra sponda. Per questo il Vajracchedikasutra (il
Sutra del Diamante) dice: 'Se si guarda l'individualità attraverso la forma, e la si ricerca attraverso il suono, si viaggerà nel falso sentiero e non si potrà vedere il Tathagata'. Per questo so che l'attenersi alla mente autentica è superiore alla riflessione del Buddha come altro da sé. D'altra parte, il termine 'superiore' è soltanto una parola che stimola alla pratica
del sentiero ed esorta gli uomini a coltivarla. In realtà, in definitiva, l'essenza dei frutti karmici è dello stesso rango nell'uomo ordinario e nel Buddha: non c'è dualismo.

 

8. Domanda: "Quanto agli esseri senzienti e ai Buddha, se la loro essenza autentica è la stessa, perché i Buddha sono non prodotti e non distrutti, e godono incalcolabili gioie, realizzando se stessi, senza essere ostacolati da alcunché, mentre noi esser senzienti cadiamo nel samsara, e patiamo ogni tipo di sofferenza?


Risposta: "I Buddha delle dieci direzioni, nell'Illuminazione, comprendono la natura del Dharma, e risplendono in virtù della loro luce propria. Quando la mente si trova allo stato originario, le false idee non vengono prodotte, il retto pensiero non viene smarrito, e la 'mente che dimora nell'io' viene distrutta. Perciò si riesce a non patire il samsara. Poiché non si patisce il samsara, alla fine si ottiene la distruzione solitaria. A causa della distruzione solitaria, diecimila gioie si ripristinano da sé.

Tutti gli esseri senzienti si ingannano in merito alla natura autentica e non conoscono la mente fondamentale. Allorché ogni elemento del falso nesso causale viene determinato, il retto pensiero non viene coltivato. Poiché il retto pensiero non viene coltivato, viene prodotta la mente dell'avversione e della brama, il vaso della mente si infrange e sgocciola. Poiché la mente si infrange e sgocciola, si patisce il samsara. A causa dell'esistenza del samsara, le sofferenze si manifestano da sé. Il 'Sutra del dominatore della mente' dice: 'La natura buddhica della quiddità autentica non consiste nella prospettiva del conoscere. Quando essa arriva nei mari delle sei consapevolezze, annega nel samsara e non riesce a liberarsi'.

Sforzatevi! Una volta compresa l'importanza dell'attenersi alla mente autentica, i falsi pensieri non verranno prodotti, e la 'mente che dimora nell'io' sarà distrutta. Così spontaneamente, si diverrà dello stesso rango dei Buddha.

 

Domanda: Se la natura dharmica della quiddità autentica è identica in tutti gli esseri senzienti, e non duale, se uno cade nell'illusione, tutti dovrebbero cadere nell'illusione; se uno è Illuminato tutti dovrebbero essere Illuminati. Perché solo il Buddha è Illuminato e Risvegliato, mentre gli esseri senzienti sono confusi e illusi? Perché?


Risposta: Da questo punto in poi, si entra nella parte inconcepibile di questa opera, che la condizione dell'uomo ordinario non può assolutamente attingere. Si conosce la mente a causa dell'Illuminazione; si perde la natura a causa dell'illusione. Se gli anelli del nesso causale s'uniscono in un certo modo, s'uniscono proprio in quel modo: non si può darne una spiegazione determinata. Si deve semplicemente credere nel piano d Realtà supremo e attenersi alla mente autentica.
Per questo il Vimalakirtinirdesasutra dice: 'Non esiste la natura propria e non esiste l'altra natura. Il Dharma originario non è stato prodotto, e ora non è distrutto'. Questa Illuminazione comporta la separazione dalla polarità e l'accesso alla conoscenza non discriminante. Se si comprende questo principio, sia camminando, sia fermandosi, sia sedendo, sia essendo coricati, costantemente e compiutamente, ci si atterrà alla mente pura fondamentale. I falsi pensieri non verranno prodotti, la 'mente che dimora nell'io' verrà distrutta, e la liberazione si evidenzierà spontaneamente.
Se si desiderasse ampliare ulteriormente il dialogo, le discussioni e le determinazioni verbali darebbero luogo molteplici confusioni. Se si desiderasse conoscere l'elemento essenziale della Dottrina, si dovrebbe semplicemente sapere che l'attenersi alla mente è il primo principio. L' 'attenersi alla mente', ovvero il fondamento basilare del Nirvana, la porta
essenziale dell'accesso alla Via, l'insegnamento delle dodici sezioni del Canone buddhista, l'antenato di tutti i Buddha dei Tre tempi.

 

Domanda: Come sai che l'attenersi della mente è il fondamento basilare del Nirvana?


Risposta: Il termine Nirvana significa fondamentalmente 'felicità serena della non-azione, raggiunta nella distruzione solitaria'. Una volta che la nostra mente venga resa autentica, i falsi pensieri si interrompono. Poiché i falsi pensieri s'interrompono, si ha la retta rappresentazione. Poiché si ha la retta rappresentazione, viene prodotta la conoscenza
dell'Illuminazione solitaria. Poiché viene prodotta la conoscenza dell'Illuminazione solitaria, si comprende sino in fondo la natura del Dharma. Poiché si comprende la natura del Dharma, si ottiene il Nirvana. Per questo so che l'attenersi alla mente è il fondamento basilare del Nirvana.

 

Domanda: Come sai che l'attenersi alla mente è la porta essenziale dell'accesso alla Via?


Risposta: Il Supremo Venerabile (Buddha) ha insegnato che persino il fatto di alzare le dita di una mano, per disegnare un'immagine del Buddha, produce innumerevoli meriti.

Tuttavia il Buddha ha insegnato questo solo per guidare alla Verità gli esseri senzienti privi di cognizioni e di intelligenza, affinché superino in futuro il nesso causale e la retribuzione karmica, e attingano la visione del Buddha. Se si desidera che il proprio corpo realizzi in breve tempo la condizione buddhica, si comprenda semplicemente, nella non azione, di
attenersi alla mente autentica.

I Buddha dei tre tempi sono innumerevoli e illimitati. Se soltanto fosse mai esistito qualcuno che abbia realizzato la condizione buddhica senza attenersi alla mente! In realtà, un uomo simile non è mai esistito. Per questo il sutra dice: 'Concentra con precisione la mente in un luogo, e tutto sarà compiuto'. Per questo so che la mente autentica è la porta
essenziale dell'accesso alla Via.

 

Domanda: Come sai che l'attenersi alla mente autentica è l'antenato dei Buddha delle dodici sezioni del Canone?


Risposta: In tutto il Canone, il Tathagata predica ampiamente ogni tipo di trasgressione o di fortuna, del duodecuplo nesso casuale, di effetti e di retribuzione karmica. Descrive anche ogni tipo di creatura, i monti, i fiumi, la grande terra, le erbe, le piante, etc. e produce infinite e inestimabili metafore, manifestando anche inestimabili capacità spirituali e
ogni genere di trasformazioni. Tuttavia il Buddha ha insegnato questo solo per guidare alla Verità gli esseri senzienti privi di cognizione e intelligenza: tenendo conto che esiste ogni tipo di desideri, e la mente agisce in diecimila maniere differenti. Per questo il Tathagata ha accompagnato questi esseri alla porta della mente, spingendoli ad accedere alla felicità eterna.

 

Una volta compre­sa l'essenza, cioè che la natura buddhica degli esseri senzienti è fondamentalmente pura, la metafora del sole sottostante alle nubi sarà perfettamente chiara. Se soltanto ci s'attiene alla mente autentica, le nuvole dei falsi pensieri si dissolveranno, e un sole gradevole si manifesterà. Per quale motivo si dovrebbe­ro studiare ancora più a fondo le dottrine, quando tutto ciò ser­ve soltanto a ripristinare le sofferenze del samsara?


Tutti i princìpi razionali e tutte le cose dei tre tempi devo­no essere considerati in base alla metafora della pulizia dello specchio. Se la polvere è stata eliminata, si vedrà spontanea­mente e chiaramente la natura.

Ciò che ora è stato appreso dalla mente ignorante, sarà infine inutile. Se si potesse, con chiarezza, evitare di smarrire il retto pensiero, ciò che è stato appreso dalla mente, nello stato di non azione, costituirebbe l'apprendimento autentico. Benché lo si definisca "apprendi­mento autentico", in fin dei conti non c'è qualcosa che venga appreso. Perché?
Perché noi e il nirvana siamo entrambi vuo­ti: non c'è dualità e non c'è unità. Non c'è qualcosa che ven­ga appreso: questo principio, che è l'essenza della dottrina, è assolutamente non vuoto.

 

Ci si deve attenere chiaramente alla mente autentica. In questo modo i falsi pensieri non verranno prodotti e la 'mente che dimora nell'io' verrà distrutta. Infatti il Mahaparinirvanasutra dice: "Comprendere che il Buddha non ha mai predicato la dottrina -ciò viene definito: 'aver ascoltato molto''. Per questo so che l'attenersi alla mente autentica è l'insegnamento
essenziale delle dodici sezioni del Canone.


Domanda: Come sai che l'attenersi alla mente è l'antenato dei Buddha dei tre tempi?


Risposta: I Buddha dei tre tempi sono tutti prodotti dalla coscienza, nell'ambito della natura. Se ci si attiene alla mente autentica, innanzitutto, i falsi pensieri non vengono prodotti e la 'mente che dimora nell'io' viene distrutta; in seguito, si riesce a diventare Buddha. Per questo so che l'attenersi alla mente è l'antenato dei Buddha dei tre tempi.

 

Riguardo alle quattro questioni precedenti, qualora si volesse ampliarne la spiegazione, come si potrebbe trattarle esaustivamente? Il mio autentico desiderio è che voi riusciate, in totale autoconsapevolezza, a conoscere la mente fondamentale. Perciò, fate attenzione e tenete conto di come stanno le cose. Sforzatevi, sforzatevi! I mille sutra e i diecimila trattati indicano semplicemente che l'attenersi alla mente autentica è il principio essenziale. Sforzatevi!
La mia opinione si basa sul Sutra del loto, in cui il Buddha dice: 'Mi sono presentato a voi con un grande carro e un arsenale di preziosi, gioielli luminosi e medicine portentose; voi non li avete presi e non ve ne siete serviti. Siete veramente miseri! Che rimedio c'è? Nessuno! Che rimedio c'è? Nessuno!'.

Se i falsi pensieri non vengono prodotti, e 'la mente che dimora nell'io' viene distrutta, tutti i meriti vengono spontaneamente acquisiti, accanto a ogni perfezione e completezza. Non cercate, ipocritamente, all'esterno di
voi stessi: non fareste altro che ripristinare le sofferenze del samsara. In ogni tipo di pensiero, mantenete sempre lo stesso stato di equanimità mentale. Non accettate le gioie del presente, seminando le sofferenze del futuro, altrimenti ingannerete voi stessi e gli altri, e non eviterete il samsara.

Sforzatevi, sforzatevi! Benché ora ciò sembri inutile, i vostri sforzi nel complesso costituiscono la causa dell'avvenire. Non permettete che i tre tempi scorrano invano, mentre sprecate inutilmente energia. Il sutra dice: 'Gli ignoranti dimorano eternamente nella prigione terrena al pari di coloro che godono nel vagare in un giardino. Non esiste modalità esistenziale peggiore di quella in cui risiedono attualmente'. Ora, noi esseri senzienti siamo proprio così: non svegliati e ignoranti, estremamente agitati e impauriti, non riusciamo a capire che dobbiamo abbandonare la nostra attuale
condizione mentale. Che strano!.

 

Se si ha in mente di cominciare a studiare la meditazione in posizione seduta, ci si dovrà rifare al «Sutra della visione di Amitabha». Si dovrà sedere correttamente, con il corpo eretto, chiudendo gli occhi e suggellando le labbra, consentendo alla mente di visualizzare tranquillamente, alla distanza desiderata, un sole, in modo che il pensiero vi si attenga. Si
tenga ininterrottamente in mente questa rappresentazione, e si controlli perfettamente la sonorità del respiro, cosicché sia regolare, né affannoso né sottile; altrimenti, l'uomo s'ammalerà.

Se si pratica la meditazione in posizione seduta a mezzanotte, ci saranno coloro che vedranno tutti i mondi, perfetti e sgradevoli; altri che accederanno ai vari tipi di samadhi: azzurro, giallo, rosso, bianco, ecc.; altri che vedranno il proprio corpo emettere un chiarore luminoso; altri che vedranno i segni caratterizzanti del corpo del Tathagata; altri che sperimenteranno varie trasformazioni. Quando avrete conosciuto questi stati, concentratevi semplicemente sulla mente, e non attaccatevi a essi. Infatti, sono tutti vuoti: è solo grazie ai falsi pensieri che si manifestano. Il sutra dice: «Tutti gli stati delle dieci direzioni sono come lo spazio vuoto». E inoltre: «I tre mondi sono vane illusioni; sono soltanto il
prodotto della mente unica». Se non riuscite a concentrarvi, o non vedete tutti i mondi descritti, non dovete biasimarvi. Nel camminare, nel fermarvi, nel sedervi e nell'esser coricati, limitatevi semplicemente ad attenervi con chiarezza alla mente autentica.

Se i falsi pensieri non vengono prodotti, e 'la mente che dimora nell'io' viene distrutta, nessuno dei diecimila dharma uscirà dalla propria mente. I Buddha predicano ampiamente la dottrina, affidandosi a insegnamenti verbali e metafore, solo perché le modalità comportamentali degli esseri senzienti non sono le stesse. In base a ciò, vengono prodotte differenti 'porte' dell'insegnamento (ovvero, differenti scuole e metodologie). In realtà la porta delle ottantaquattromila dottrine, l'autorevole essenza dei tre veicoli e l'insegnamento etico dei settantadue tipi di saggezza, non sono altro che la propria mente fondamentale.

Se si è in grado di riconoscere la propria mente fondamentale, inquadrandola distintamente in ogni rappresentazione, si offrirà costantemente cibo, con ogni rappresentazione, agli innumerevoli Buddha delle dieci direzioni e alle dodici sezioni del Canone. Ogni rappresentazione farà costantemente girare la ruota della dottrina.

Una volta compresa l'origine della mente, nessun principio mentale verrà più analizzato, tutti i desideri verranno soddisfatti, tutte le pratiche verranno completate, tutto verrà controllato, e non si patirà un'esistenza ulteriore. Se i falsi pensieri non vengono prodotti, 'la mente che dimora nell'io' viene distrutta, e si abbandona questo corpo, si otterrà di certo lo stato senza nascita. Quale inconcepibile condizione!

Sforzatevi! Non fatevi grandi perché avete raggiunto questo stato! I discorsi d'una porta, cioè d'una scuola essenziale come questa, è arduo riuscire ad ascoltarli. Quanto a coloro che li ascoltano, e sarebbero capaci di metterli in pratica, tra gli innumerevoli esseri senzienti non ce n'è che uno. Quanto a chi li mette in pratica, e sarebbe capace di arrivare
all'estrema perfezione della pratica, nell'arco d'una quantità sterminata di eoni è raro che ce ne sia uno. Realizzate la vostra completa tranquillità, regolate perfettamente i vostri organi di senso, e padroneggiate la visione dell'origine della mente. Fate costantemente risplendere la mente chiara e pura, senza farla mai diventare inclassificabile.

 

Domanda: Cosa puoi dire in merito alla mente inclassifi­cabile?


Risposta: Gli uomini che si concentrano sulla mente, in forza del nesso causale, possono dipendere, nei confronti del1'esterno, dalle regioni sensoriali, mentre rendono grezza la mente e scarso il respiro; d'altra parte, nei confronti dell'inter­no, essi vincolano la mente autentica.

Quando la mente non è ancora pura, nel camminare, nel fermarsi, nel sedersi e nell'esser coricati, se si sollecita costantemente il pensiero a os­servarla, poiché non si è ancora in grado di acquisire la purez­za e la chiarezza, si otterrà soltanto di riflettere l'origine della mente anziché la purezza e la chiarezza. Ciò si chiama: "men­te inclassificabile".


Inoltre, coloro che posseggono una siffatta mente conta­minata non eviteranno la grande malattia del samsara D'altra parte, sono ancor più da compatire tutti coloro che ignorano la pratica dell'attenersi alla mente.

Costoro affogano nell'ocea­no di sofferenza del samsara Quando riusciranno a uscirne?

Sforzatevi! Il sutra dice: 'Se gli esseri senzienti non sono essenzialmente sinceri, e non producono un'interiore dispo­sizione d'animo nei confronti dell'illuminazione, anche se s'imbattessero negli innumerevoli Buddha dei tre tempi, neppure questi potrebbero far nulla per loro'. Il sutra dice: 'Gli esseri senzienti riconoscono la mente, e attraversano spontaneamente la sponda che conduce all'illuminazione. I Buddha non sono in grado di far attraversare agli esseri sen­zienti la sponda che conduce all'illuminazione'. Se i Buddha fossero in grado di far attraversare agli esseri sen­zienti la sponda che conduce all'illuminazione, perché allo­ra, con l'aiuto dei Buddha del passato, inestimabili e innu­merevoli, non
abbiamo già realizzato la buddhità? Dipende soltanto dal fatto che la sincerità essenziale non è stata pro­dotta interiormente. Ecco perché affoghiamo ancora nell'o­ceano della sofferenza.

Sforzatevi! Quando non si conoscono le proprie trasgres­sioni del passato, anche il rimorso sarà inadeguato. Ora, in questo corpo attuale, vi si presenta la possibilità di ascoltare l'insegnamento. Io vi ho illustrato con chiarezza il discorso. Se comprendete rapidamente questo discorso, sarete perfetta­mente consapevoli del fatto che la pratica dell'attenersi alla mente è il metodo primario. Non astenetevi dal manifestare la mente eccellente, cercando di diventare Buddha solo per fruire della libertà e dei piaceri inestimabili connessi alla posizio­ne religiosa. Altrimenti, comincerete a strepitare per rincorre­re il convenzionale, bramando la fama e il guadagno, e v'impantanerete, in futuro, nella prigione terrena, patendo
ogni tipo di sofferenza. Che rimedio c'è? Sforzatevi!.

Solo se si è in grado di indossare abiti consunti, nutrendosi di cibo grezzo e attenendosi chiaramente alla mente, le forze degli uomini più intuitivi potranno produrre meriti. Nel nostro mondo, gli illusi non comprendono questo principio. Quando la mente è in stato di ignoranza, si provano molte difficoltà e amarezze. Se si coltiva ampiamente la bontà artificiale, nella speranza di ottenere l'emancipazione, in realtà si ripristinano le sofferenze del samsara.
Coloro che, nella chiarezza mentale, non perdono il retto pensiero e fanno attraversare agli esseri senzienti la sponda che conduce all'illuminazione, sono i bodhisattva d'imponente forza. Vi parlo chiaramente: attenersi alla
mente è il principio fondamentale. Se, nella specifica vita presente, non volete sopportare la sofferenza, sarete soggetti a calamità, nel corso dei diecimila eoni del futuro. Vi chiedo: sapete a quale classe di esseri appartenete?
Coloro che restano immoti, mentre soffiano gli otto venti, sono veramente montagne detentrici di tesori speciali. Se volete conoscere il frutto del nirvana, conformatevi semplicemente alle diecimila regioni sensoriali, in modo da produrre innumerevoli trasformazioni. La discriminazione sensoriale sarà condotta con tale abilità da sembrare un flusso. Alcuni, reagendo alla malattia con la medicina, possono fare a meno di produrre i falsi pensieri, ragion per cui 'la mente che dimora nell'io' viene distrutta. Costoro sono veramente grandi uomini che hanno lasciato il mondo. La libertà del
Tathagata - ah! Come potrebbe esaurirsi? Poiché vi ho delucidato questo discorso, vi esorto, o menti eccellenti, a
non generare i falsi pensieri e a distruggere 'la mente che dimora nell'io'.


Domanda: Cosa puoi dire in merito alla "mente che dimora nell'io"?


Risposta: Qualcuno, nell'agire, risulta lievemente superiore agli altri.

Egli pensa: "Sono io che ho potuto acquisire questo risultato". Se la mente dimora in questa condizione, sarà malata, benché si trovi nel nirvana, il Mahaparinirvanasutra dice: "Si prenda, per esempio, lo spazio vuoto. Esso può contenere le diecimila cose, e tuttavia non pensa di sé: 'Sono io che ho potuto acquisire questo risultato'".
Questa metafora illustra il duplice insegnamento, relativo alla pratica e all'estinzione della malattia, ovvero il samadhi adamantino e l'esito della distruzione della "mente che dimora nell'io".

 

Domanda: Benché siano eccellenti, i praticanti che cercano la vera, eterna distruzione solitaria, godono soltanto della grezza perfezione impermanente, e non del piano di realtà primario o supremo. Infatti, quando la vera, eterna perfezione meravigliosa non si è ancora manifestata, e, relativamente alla mente, si possono soltanto produrre le condizioni del duodecuplo nesso causale, è la mente del pensiero discriminante che viene generata: la mente dell'afflizione. Poiché certe persone potrebbero soltanto stabilizzare la mente nel 'non luogo', esse risiedono nell'ignoranza e nella confusione;
inoltre, non si conformano ai princìpi razionali della dottrina.

Poiché certe persone non potrebbero rendere stabile la mente, in conformità ai princìpi del buddhismo, inverando le condizioni del nesso causale, colgono falsamente il vuoto. Benché abbiano ricevuto un corpo umano, costoro adottano gli stessi comportamenti degli animali. In questo modo vengono a mancare di espedienti quali la saggezza e la concentrazione, e non riescono a scorgere chiaramente e nella sua luminosità la natura buddhica. Le difficoltà in cui questi praticanti vengono a trovarsi li portano semplicemente ad affogare nel samsara. Stando così le cose, in che modo
potremo avanzare nel sentiero, per arrivare al nirvana senza alcun residuo?

Desideriamo un insegnamento, in modo da realizzare il nostro autentico destino, cioè il nirvana.


Risposta: «Se avete perfezionato sino in fondo la mente, il vostro desiderio sommo sarà definitivamente appagato.
Rilassate con calma la mente. Ve lo insegnerò ancora una volta. Addestratevi a purificare il corpo e la mente, in modo che il nesso causale non vi sia assolutamente implicato. Sedete correttamente, con il corpo eretto, e fate sì che il respiro sia ben regolato. Sollecitate la vostra mente, affinché non stia né all'interno, né all'esterno, né nel punto intermedio. Con calma e naturalezza, padroneggiate e rendete stabile la visualizzazione. Così, riuscirete a sperimentare il movimento fluido della vostra consapevolezza mentale: come fosse acqua che scorre, o fiammelle luminose che brillano, o ogni tipo di foglia che si libra senza posa nel cielo. Una volta sperimentata questa consapevolezza, persistete soltanto in essa, senza aver sentore né dell'interno, né dell'esterno. Se, con calma e naturalezza, renderete stabile la visualizzazione, padroneggiandola, distruggerete le rappresentazioni e il vuoto sarà realizzato, nella stasi profonda. Questa consapevolezza fluttuante svanirà spontaneamente, come una raffica di vento.

Colui che distrugge questa consapevolezza distrugge anche le illusioni, gli schermi, le ostruzioni, di cui si liberano tutti i bodhisattva nelle dieci fasi. Quando questa consapevolezza e la falsa rappresentazione del corpo sono state distrutte, la mente diviene vuota, brucia ogni timore e realizza uno stato di pulizia e di splendore. Non posso spiegare ulteriormente in cosa consista questa condizione. Se volete acquisire una conoscenza più approfondita della questione, prendete il 'Capitolo del corpo adamantino' del Parinirvana Sutra e il 'Capitolo sulla visione del Buddha Akshobhya' del Vimalakirtinirdesasutra. Cercate di meditare con calma, poiché questo è il discorso autentico.

 

Colui che può riuscire, nell'andare, nel fermarsi, nel sedersi e nell'esser coricato, e nei riguardi delle cinque brame e degli otto venti, a non smarrire questo stato mentale, ha stabilito la sua pratica pura, e ha riconosciuto le modalità della sua azio­ne. In definitiva, costui non riceverà più un corpo che possa essere sottoposto al samsara I cinque desideri sono correlati alla forma, cioè alla vista, all'udito, all'odorato, al gusto e al tatto. Gli otto venti sono: riuscita e fallimento, calunnia e adu­lazione, venerazione e scherno, sofferenza e felicità.


In qualità di praticanti che coltivano la natura buddhica, non biasimatevi eccessivamente se nel vostro corpo attuale non riuscite a essere liberi. Il Sutra dice: 'Quando nel mondo non ci sono Buddha, i bodhisattva arrestatisi alla decima fase non riescono a manifestare la funzione'. Dovete liberarvi dell'aspettativa di questa retribuzione corporale; in altri ter­mini: non aspettatevi di acquisire necessariamente i frutti del­l'illuminazione, solo perché coltivate il buddhismo. Gli esseri senzienti hanno un passato, cioè sono esistiti in vite preceden­ti, e gli organi sensoriali sono acuti e ottusi. Perciò, è impossi­bile stabilire una volta per tutte quali siano le modalità dell'il­luminazione. Gli uomini superiori la ottengono in un
istante, in un solo pensiero; gli uomini inferiori, in una quantità incal­colabile di eoni. Quando ne avrete la forza, conformatevi alla natura degli esseri senzienti, e producete i perfetti organi sen­soriali dei bodhisattva. Spontaneamente, avvantaggerete gli altri in tutti i modi, e vi atterrete seriamente e rigorosamente alla Via del Buddha. Dovete superare
completamente i quattro tipi di dipenden­za, e studiare a fondo i segni caratterizzanti della realtà. Se vi attaccate alle Scritture, perderete l'insegnamento autentico.




Voi tutti, o monaci, che avete appreso altre forme di buddhi­smo, lasciando la vostra casa e coltivando la Via, sappiate che l'espressione 'lasciare la casa' significa questo: 'lasciare la casa del samsara'. Questo significa: 'lasciare la casa'. Se la vostra pratica del retto pensiero è completa, coltivando la Via riuscirete a realizzarvi. Se la pratica del retto pensiero
non viene smarrita - persino nel caso in cui il proprio corpo venga fatto a pezzi o ci si trovi in punto di morte -, si è Buddha.

 

I discepoli hanno compilato questo trattato al solo scopo di perfezionare la mente dei lettori, offrendo loro la possibilità di conformarsi alle Scritture e cogliere il significato. Relativamente a una concezione dottrinale come questa, in realtà, non si può attestare in maniera chiara e distinta la propria conoscenza.

Se quanto esposto sovverte i princìpi della saggezza buddhista, desidero pentirmene e rinnegare le mie concezioni. Se invece corrisponde alla Via della saggezza, cioè al buddhismo, trasferisco ogni merito a tutti gli esseri senzienti. Desidero che tutti conoscano la mente fondamentale, e realizzino, in un attimo, la condizione buddhica.
Coloro che ascoltano le mie parole si sforzino di metterle in pratica, in modo da realizzare, in futuro, la condizione buddhica. Faccio voto, prima che ciò avvenga, di aiutare i miei discepoli ad attraversare la sponda che conduce all'illuminazione.

Domanda: Questo trattato, dall'inizio alla fine, ha sottolineato che la Via consiste nel manifestare la propria mente. Tuttavia, non ho ancora capito, relativamente agli insegnamenti del frutto del nirvana e della pratica, di quale dei due si occupi il trattato.


Risposta: Questo trattato sottolinea che la manifestazione dell'Unico Veicolo è il principio essenziale. La sua finalità ultima consiste nel condurre gli illusi all'emancipazione, cosicché possano sfuggire al samsara e siano capaci di far attraversare agli altri la sponda che conduce al nirvana. Il trattato dice soltanto come avvantaggiare se stessi, e non
spiega come avvantaggiare gli altri: si occupa dell'insegnamento relativo alla pratica. Se qualcuno imposta la sua pratica in base a questa scrittura, realizzerà prima del tempo la condizione buddhica.

Se v'inganno, possa in futuro impantanarmi nelle diciotto prigioni terrene! Chiamo il cielo e la terra a testimoni: se non sono sincero, possa essere sbranato da tigri e da lupi, di epoca in epoca, senza tregua!".

 

 

Da: http://www.nonsolonews.it/group-195-53-0/it-cultura-religioni-buddhismo.htm#195-7526

 

TORNA SU