Alle scuole
superiori, Kei è il presidente del club della cerimonia del tè. Si
tratta di una cerimonia tradizionale lunga e molto complessa e io non sono
assolutamente in grado di descriverla nei dettagli. Proverò quindi a farne
un quadro generale e chiedo scusa agli esperti se salterò parti essenziali
della cerimonia.
Preparazione per la cerimonia
La Chaji è una cerimonia completa con un pasto. Come in quasi tutte le
cerimonie, l'ospite può passare interi giorni per assicurarsi che tutto sia
perfetto, anche i minimi dettagli. Attraverso il tè si riconosce che ogni
incontro umano è un'occasione singola che non avverrà mai più allo stesso
modo.
La cerimonia avviene in una stanza progettata per il tè, lontana dalla casa,
situata in giardino, chiamata chashitsu. Gli ospiti (quattro sarebbe il
numero perfetto) entrano nella machiai (sala d'attesa). Qui l'hanto
(l'assistente dell'ospite) offre loro la sayu (l'acqua calda che verrà usata
per fare il tè). Mentre sono qui gli sopiti sceglieranno uno del loro gruppo
come ospite principale. Quindi l'hanto porta gli ospiti ad un giardino
cosparso di acqua e privo di fiori, il roji (terreno di rugiada), dove essi
si liberano della polvere del mondo esterno. Si siedono poi sul koshikake
machiai (panchina di attesa), aspettando l'arrivo del padrone di casa che ha
il titolo ufficiale di teishu (padrone di casa). Poco prima di ricevere gli
sopiti, il teishu riempie lo tsukubai (bacinella di pietra) di acqua fresca.
Prendendo un mestolo d'acqua, il teishu purifica le sue mani e la bocca,
quindi avanza attraverso il chumon (cancello di mezzo) per dare il benvenuto
ai suoi ospiti con un inchino. Non si parla. Il teishu porta l'hanto,
l'ospite principale e gli altri (in quest'ordine) attraverso il chumon che
simboleggia la soglia tra il rozzo mondo fisico e quello spirituale del tè.
Gli ospiti e l'hanto si purificano allo tsukubai e entrano nella casa del
tè. La porta scorrevole è alta solo 91,50 centimetri, quindi chi entra deve
abbassarsi e chinare la testa. Questa porta sottolinea il fatto che tutti
sono uguali nel tè, malgrado il rango o la posizione sociale. L'ultimo che
entra chiude il chiavistello.
All'interno della casa del tè
La stanza è scevra di ogni decorazione, eccetto per una nicchia chiamata
tokonoma. Appesa nella nicchia c'è un kakemono, pergamena dipinta,
selezionata con cura dall'ospite, che rivela il tema della cerimonia. La
scritta buddista sulla pergamena è fatta da un maestro e si chiama bokuseki.
Ogni ospite a turno ammira la pergamena, quindi esamina il kama (bollitore)
e il focolare (furo per il tipo portatile e ro per il tipo che si usa in
inverno fisso sul pavimento per scaldarsi d'inverno), lasciati lì apposta
dal padrone di casa. Quindi si siedono in ordine a seconda della loro
rispettiva posizione nella cerimonia. Si siede anche il padrone di casa e si
scambiano i saluti. Si accende un fuoco col carbone. Si usa anche
dell'incenso di sandalo.
Il pasto
Ad ogni ospite viene servito un pasto chiamato chakaiseki. Servito su un
vassoio con bastoncini di cedro, consiste in tre portate: riso bollito in
una tazza di ceramica, zuppa di miso e pesce crudo o verdure in salamoia.
Viene servito il sake e dopo, altro riso e zuppa. Il palato si pulisce con
il kosuimono, un brodo leggero.
Arriva in seguito un vassoio che si offre in segno di rispetto verso la
natura, lo hassun, con uminomono e yamanomono, cibo di mare e di montagna,
che onora l'abbondanza del mare e della terra. Segue una serie di
cerimoniose offerte di cibo e alla fine, gli ospiti dovranno pulire gli
utensili che hanno usato con carta morbida. Alla fine si serve un dolce,
omogashi, per terminare il pasto. Il padrone di casa invita i suoi ospiti a
ritirarsi in giardino mentre lui prepara il tè. Quando gli ospiti sono
usciti, il padrone di casa rimuove la pergamena e la sostituisce con fiori.
Spazza la stanza e prepara gli utensili per la koi cha. Si usano oltre 13
oggetti, tutti molto costosi, considerati come oggetti d'arte.
Il mondo spirituale del tè
Nella cerimonia del tè, l'acqua rappresenta lo yin e il fuoco lo yang.
L'acqua è contenuta in una giara chiamata mizusashi. Questa giara di
ceramica contiene acqua fresca che simboleggia la purezza e viene toccata
solo dal teishu. Il tè (matcha) è conservato in un piccolo contenitore di
ceramica chiamato chaire. Se il tè viene servito di giorno si suona un gong,
la sera, una campana. Suonati cinque o sette volte, richiamano gli ospiti
alla casa del tè. Essi si purificano le mani e la bocca e rientrano.
Ammirano i fiori, il bollitore e il focolare e si siedono. Il teishu entra
con il chawan (la teiera) che contiene il frullino da tè (chasen), il chakin
(telo da tè) di lino bianco usato per asciugare la teiera e il chashaku, una
paletta di bamboo usata per versare il tè. Sono disposti vicino alla giara
per rappresentare il sole e la luna. Il teishu si ritira nella stanza della
preparazione e ritorna col kensui (il catino per l'acqua di scarto), lo
hishaku (mestolo per l'acqua di bamboo) e il futaoki (un sostegno di bamboo
verde per il coperchio della teiera). Quindi chiude la porta della stanza
della preparazione.
Usando un fukusa (telo di seta), che rappresenta lo spirito dell'ospite,
l'ospite purifica il contenitore del tè e la paletta. C'è un profondo
significato nelle attente mosse del teishu: la sua concentrazione e il suo
stato meditativo si intensificano. L'acqua calda si versa nella teiera, si
risciacqua il frullino, si svuota la teiera e si asciuga con il chakin.
Sollevando il frullino e il contenitore del tè, il teishu versa tre mestoli
di tè a ospite nella bacinella del tè. Viene aggiunta la giusta quantità di
acqua per creare una pasta con il frullino. Viene aggiunta dell'acqua in
modo che la pasta possa essere mescolata con un liquido denso fatto di zuppa
di piselli. L'acqua che non viene usata viene rimessa nel bollitore. Il
teishu passa la tazza del tè al primo ospite che si inchina per accettarla.
La tazza viene sollevata e ammirata, facendola ruotare sulla mano. Quindi
l'ospite beve un po' di tè, asciuga il bordo della tazza e la passa
all'altro ospite che farà lo stesso. Quando tutti gli ospiti hanno
assaggiato il tè, la tazza ritorna al teishu che la risciacqua. Il frullino,
il mestolo e il contenitore vengono puliti e vengono offerti agli ospiti
perché li controllino. Si parla degli oggetti e della presentazione, e di
altri appropriati argomenti.
Preparazione al congedo.
Si riaccende il fuoco per l'usa cha (tè leggero). Questo tè rinfrescherà
il palato e preparerà simbolicamente gli ospiti a lasciare il mondo
spirituale del tè e rientrare nel mondo fisico. Si offre da fumare, ma nella
stanza del tè si fuma raramente. È solo un segno di rilassamento. Vengono
offerti zabuton (cuscini) e teaburi (scaldamani). Per accompagnare l'usa cha
si offrono higashi (dolci essiccati). L'usa cha e il koi cha si fanno nello
stesso modo, con piccole differenze.
Alla fine, gli ospiti esprimono il loro apprezzamento per il tè e
l'ammirazione per l'arte del padrone di casa. Vanno via mentre il teishu li
osserva dalla porta della casa del tè.
Da:
http://digilander.libero.it/samejima/cerimonia.html
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