Bodha pañcādaśika di Abhinavagupta - I quindici versetti della suprema Sapienza

  in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

  home page   cerca nel sito   iscrizione newsletter   email   aggiungi ai preferiti   stampa questa pagina    
 

 

  SU DI ME
 Vita       
 Pubblicazioni

 Corsi, seminari, conferenze

 Prossimi eventi
 
  DISCIPLINE
 Filosofia antica       
 Mistica
 Sufismo
 Taoismo
 Vedanta              
 Buddhismo              
 Zen
 Filosofia Comparata
 Musica / Mistica
 Filosofia Critica
 Meditazione
 Alchimia
 Psiché
 Tantrismo
 Varia
 
  AUTORI
 Mircea Eliade       
 Raimon Panikkar
 S.Weil e C.Campo
 René Guénon, ecc.
 Elémire Zolla     
 G.I.Gurdjieff  
 Jiddu Krishnamurti
 Rudolf Steiner
 P. C. Bori       
 Silvano Agosti
 Alcuni maestri

 


Bodha pañcādaśika di Abhinavagupta - I quindici versetti della suprema Sapienza


1. Lo splendore della luce dell’Uno non si esaurisce nella luminescenza apparente e neppure nelle tenebre a questa contrapposte, perché sia la brillantezza sia le tenebre, si trovano nella luce suprema della pura Coscienza divina.
2. Questa Essenza è chiamata Śiva, che è la natura e l’esistenza di tutti gli esseri. Il mondo manifesto è l’espansione della Sua energia ed è riempito dall’immensa gloria di Dio, la pura Coscienza.
3. Śiva e la Śakti non sono consapevoli del fatto che sono separati. Sono interconnessi come il fuoco è uno con il calore.
4. Egli è il Dio Bhairava, che crea, protegge, distrugge, nasconde e rivela la sua natura attraverso il ciclo dell’esistenza di questo mondo. L’universo è stato creato da Dio come sua propria natura, così come il mondo è il Suo riflesso nello specchio che è la Sua stessa Coscienza.
5. La molteplicità dell’universo è lo stato della sua altissima energia, la Śakti, che ha creato al fine di riconoscere la sua propria natura. Questa, la Śakti, che è l’incarnazione dello stato collettivo dell’universo, pur realizzando il diveniente processo di conoscenza, rimane perfettamente integra nella sua pienezza dello stato di manifestazione come Coscienza divina.
6. Per il supremo Signore Śiva, che tutto pervade, la contemporanea creazione e dissoluzione del mondo è il gioco connaturato alla Sua energia benefica d’amore incondizionato.
7. Questa azione suprema non può essere compiuta da nessun altro potere in questo o un altro universo, tranne che dal Signore Śiva, che è completamente libero e indipendente, perfettamente glorioso e intelligente.
8. Lo stato di coscienza ordinario è limitato e ignorante e non può allargarsi fino a includere le varie forme dell’universo. Colui che è completamente libero è invece del tutto diverso dal comune stato di coscienza, caratterizzato dall’ignoranza, o nescienza. L’assoluto non può, quindi, essere riconosciuto in una sola forma. Nel momento in cui lo si riconosca in una forma occorre anche riconoscerlo nelle altre.
9. Il Signore Śiva, che è completamente indipendente (svatantra), ha nella Sua natura il potere della creazione della diversità delle forme esistenti e anche il potere della loro distruzione. E, al tempo stesso, questa diversità è di per sé lo stato in cui si sperimenta l’ignoranza.
10. In questo mondo esistono varie specie di creazione e distruzione, alcune nei cieli superiori, alcune nelle sfere inferiori, altre sono invece collaterali. Insieme a questi mondi sono creati altri mondi relativi. Il dolore, il piacere, e la potenza intellettuale sono dati in base allo stato dell’essere. Questo è il mondo.
11. Se non si realizza l’insussistenza del divenire temporale, anche questo errore è dovuto alla libertà (svātantrya) di Śiva. Ciò si traduce nell’equivoco dell’esistenza mondana (saṃsāra). Coloro che vivono nell’ignoranza sono terrorizzati dall’esistenza terrena.
12. e 13. Quando invece per la grazia di Śiva, oppure per l’insegnamento e la vibrazione del Guru, o anche attraverso la comprensione delle Scritture sul supremo Śiva, si realizza la vera conoscenza della realtà, che è lo stato permanente del Signore Śiva, si consegue la liberazione finale. Questa piena realizzazione è accordata alle anime elevate e si chiama liberazione in vita (jīvanmukti).
14. I due cicli di schiavitù e liberazione, sono il gioco di Śiva e nient’altro. Essi non sono separati da Śiva, in quanto non esiste alcun diverso livello di differenziazione. In realtà, nulla accade al Signore Śiva.
15. In questo modo il Signore, Bhairava, l’essenza di ogni essere, governa liberamente e spontaneamente le tre grandi energie: l’energia della volontà (icchā-śakti), l’energia della conoscenza (jñāna-śakti) e l’energia dell’azione (kriyā-śakti). Queste tre energie sono raffigurate nel tridente e nel loto trilobato. Seduto sul loto è il Signore Bhairava, la natura della realtà di tutto l’universo dei 108 mondi.
16. Io, Abhinavagupta, ho scritto e rivelato questi versi per alcuni dei miei cari discepoli che sono dotati di scarso intelletto. Per questi discepoli, che sono profondamente devoti a me, ho composto questi quindici versi affinché ne siano istantaneamente elevati.


Da: http://www.purnanandazanoni.com/preghiamo.html

 

TORNA SU