"La conoscenza di Dio non si può ottenere
cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano
la trovano" (Bayazid al-Bistami)
"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un
accattone"
(Yun Men)
Si deve evitare un diffuso equivoco riguardante la reincarnazione. L’opinione
popolare è che Titus Balbus sia rinato come John Smith, una persona cioè con la
medesima personalità e carattere, le stesse cognizione che aveva nella vita
precedente, con l’unica differenza che indossa ora cappotto e pantaloni invece
che una toga, e parla inglese dialettale e non latino popolare. Non è così.
Quale sarebbe l’utilità terrestre nel ripetere la stessa identica personalità o
carattere un milione di volte dagli inizi del tempo fino alla fine? L’anima
nasce per far esperienze, crescere, evolvere fino a che possa portare il Divino
nella Materia. E’ l’essere centrale che d’incarna, non la personalità esteriore
– la personalità è semplicemente una forma che esso crea per le rappresentazioni
della propria esperienza in una determinata vita. In un’altra nascita l’essere
centrale creerà per sé una vita e una carriera diverse.
Supponiamo che Virgilio sia rinato; potrebbe riprendere la poesia in una o due
altre vite, ma certamente non scriverà un’epica, forse piuttosto liriche ma
eleganti e belle come avrebbe voluto scriverne a Roma senza riuscirci. In
un’altra nascita probabilmente non sarà affatto poeta, ma un filosofo o uno yogi
che cerca di conseguire e di esprimere la più alta verità – perché anche questa
fu una tendenza irrealizzata della sua coscienza in quella vita. Forse, in
precedenza era stato un guerriero o un sovrano che avevano compiuto festa come
Enea o Augusto prima che lui stesso li cantasse. E così via – in una direzione o
nell’altra l’essere centrale sviluppa un nuovo carattere, nuova personalità,
cresce, evolve e passa attraverso tutti i tipi d’esperienza terrestre.
Nella misura in cui l’essere che evolve sviluppa sempre più e diventa più ricco
e complesso, esso accumula le proprie responsabilità. Talvolta esse restano
dietro gli elementi attivi, immettendovi qui e là un certo colore, dei tratti, o
delle capacità – altre volte emergono invece in primo piano e vi è una
personalità molteplice, un carattere polivalente, una capacità multiforme, o
talvolta ciò che appare come una capacità universale. Ma se una personalità
precedente o una precedente capacità emergono pienamente, non è per ripetere ciò
che già è stato fatto, ma per modellare la stessa capacità in nuovi modelli e
forme e forgiarla in una nuova armonia dell’essere che non sarà una riproduzione
di ciò che era stato prima. Non ci si può quindi aspettare che sia ciò che il
guerriero o il poeta erano stati. Qualcosa delle caratteristiche esteriori può
riapparire, ma molto cambiato e nuovamente modellato in una diversa
combinazione. E’ in una nuova direzione che le energie saranno guidate, per fare
ciò che non era stato fatto prima.
C’è poi
un’altra cosa. Non è la personalità, il carattere che siano di primaria
importanza nella rinascita, ma l’essere psichico che sta dietro l’evoluzione di
quale natura ed evolve con essa. Lo psichico, quando lascia il corpo, si libera
poi anche della mente e del vitale lungo il cammino al suo luogo di riposo, e
porta con sé il nocciolo delle sue esperienze, - non gli eventi fisici, non i
movimenti vitali, non le costruzioni mentali, non delle capacità o delle
caratteristiche, ma qualcosa di essenziale che ha raccolto da essi, ciò che si
potrebbe chiamare l’elemento divino per il cui scopo tutto il resto esisteva. E’
per questo che di solito non vi è alcuna memoria degli avvenimenti e delle
circostanze esteriori delle vite passate – per tale tipo di memoria deve esserci
un forte sviluppo per un’interrotta continuità della mente, de vitale, e persino
del fisico sottile; pur rimanendo infatti tutto questo in una specie di memoria
in uno stato germinale, normalmente non emerge. Ciò che fu l’elemento divino
nella magnanimità del guerriero e che si era espresso nella sua lealtà, nobiltà
o nel suo grande coraggio, ciò che fu l’elemento divino dietro la mentalità
armoniosa e la generosa vitalità del poeta e che in esse si era espresso, tutto
questo riamane e può trovare una nuova espressione in una nuova armonia di
carattere, oppure, se la vita si è ora volta al Divino, può essere assunto come
un assieme di capacità per la realizzazione o per il lavoro che deve essere
fatto per il Divino.
Mére
E poi ci sono quelli che hanno imparato qualcosa, che sono più o meno
occultisti, o quelli che credono nella rinascita in modo puerile, che credono
cioè che si tratti di una piccola personalità che indossi un abito fisico, poi
un altro, e un altro ancora … come una bambola cui si cambi d’abito. Per loro è
proprio così, si cambia il corpo come si cambiano i vestiti. Ci sono poi anche
quelli che hanno scritto libri molto seri, e vi narrano tutte le loro vite fin
da quando erano scimmie! E’ assolutamente puerile.
Poiché, in effetti, in novecentonovantanove casi su mille è solo una minuscola
formazione psichica al centro dell’essere che sopravvive alla morte; tutto il
resto viene dissolto, va in frammenti che sono dispersi da ogni parte;
l’individualità non esiste più. Infatti questo spesso, nel corso della vita
fisica, lo psichico partecipa consciamente agli avvenimenti della vita fisica
stessa?… Non parlo di persone che fanno lo yoga e possiedono un minimo di
disciplina; parlo di persone medie, che hanno una capacità psichica nel senso
che il loro psichico è sufficientemente sviluppato da essere capace di
intervenire nella vita e guidarla: alcuni passano anni e anni senza che
l’intervento psichico abbia luogo. Vengono e vi dicono in quale paese erano
nati, com’era loro padre, la loro madre, e la casa dove vivevano, com’era il
tetto della chiesa e il bosco che c’era vicino, e vi raccontano gli eventi più
banali della loro vita! E’ assolutamente idiota, perché è tutto inventato;
questi ricordi non esistono più. La memoria che si può ancora avere è quella di
un momento particolare della vita in cui vi sia stata una circostanza speciale,
dei movimenti “vitali”, per così dire, in cui lo psichico improvvisamente
partecipa, tramite una chiamata interiore o una necessità imperativa – tutt’a un
tratto lo psichico interviene e il momento è impresso nella memoria psichica.
Con la memoria psichica, si ha il ricordo di una serie di circostanze legate a
un momento della vita, e in particolare dell’emozione interiore, della coscienza
attiva in quel determinato momento; e quindi tutto questo passa nella coscienza
assieme a determinate associazioni, assieme a ciò che si trovava attorno a voi,
può essere una panoramica pronunciata, una frase udita; ma quel che è importante
è lo stato d’animo nel quale ci si trovava, è questo che rimane chiaramente
impresso. Sono queste come delle vere fasi nella vita psichica, cose che hanno
lasciato una profonda impressione e hanno partecipato alla sua formazione.
Perciò, come andate riscoprendo all’indietro il vostro essere psichico, come
costanza, con continuità e chiarezza, sono queste le cose che si ricordano.
Possono essere abbastanza poche, ma sono lampi nella vita di un individuo; ma
non si può dire:”Ho incontrato la tale e la tal altra persona, ho fatto la tale
e la tl altra cosa, ero chiamato col tale o tal altro nome e stavo agendo in
questo o quest’altro modo”. O altrimenti, significherebbe che in quel momento –
ma è molto raro – c’era una combinazione di circostanze tali da poter fissare
data o luogo, paese ed età. Può accadere.
Naturalmente, l’essere psichico partecipa sempre di più, e sempre più cresce
l’insieme delle memorie. Si può ricostruire una vita, ma non tutti i suoi
dettagli. Si può dire che in certi momenti “era così”, o “era quello”. Alcuni
momenti, sì, momenti importanti di una vita… Si deve essere un individuo
interamente identificato col proprio psichico, il quale abbia organizzato
l’intera esistenza attorno a se stesso unificando così l’intero essere,
esclusivamente volto verso il Divino; poiché, se il corpo decade, lo psichico
rimane. Solo un essere completamente formato, cosciente, può ricordare
esattamente tutto quello che sia accaduto in un’altra vita. Può persino passare
coscientemente da una vita all’altra senza nulla perdere della propria
coscienza.
Ma, quanti sulla terra hanno raggiunto un tale strato? … Non molto, credo. E
generalmente costoro non sono inclini a raccontare le loro avventure.
Aurobindo
Prendiamo in considerazione, ad esempio, una scintilla divina che per
attrazione, o affinità e selezione, raduni attorno a sé un principio di
coscienza fisica. (Questo lavoro è già molto percettibile negli animali – non
credetevi di essere eccezionali, che voi soltanto abbiate un essere psichico e
tutto il resto della creazione no! Comincia nel minerale, è un po’ più
sviluppato nella pianta, e nell’animale c’è un primo barlume della presenza
psichica). Arriva poi il momento in cui questo essere psichico è
sufficientemente evoluto per avere una coscienza indipendente e una volontà
personale. Quindi, dopo innumerevoli vite più o meno individualizzate, diventa
cosciente di se stesso, dei suoi movimenti e dell’ambiente che ha scelto per la
propria crescita. Arrivato poi ad un certo stato di percezione, decide –
generalmente all’ultimo minuto della vita che ha appena terminato sulla terra –
le condizioni nelle quali passerà la sua prossima vita. Qui debbo dirvi una cosa
molto importante: l’essere psichico può progredire e formare se stesso solo
nella vita fisica e sulla terra. Appena lascia un corpo, entra in un riposo che
dura più o mneo a lungo in accordo con la propria scelta e il proprio grado di
evoluzione – un riposo di assimilazione per poter compiere un progresso per così
dire passivo, un riposo per una crescita passiva che permetta allo stesso essere
psichico di passare a nuove esperienze e progredire ancora più attivamente. Ma,
al termine di una vita (che di solito non finisce fino a che l’essere psichico
non abbia fatto quello che voleva fare), questo essere psichico sceglie
l’ambiente, il luogo approssimativo, le condizioni e il tipo di vita nei quali
nascerà, ed anche un programma molto preciso delle esperienze attraverso le
quali dovrà passare in vista dei progressi che vuol realizzare.
Mére
Quando lo psichico
sta per entrare nel mondo, sceglie in anticipo la forma ce ha intenzione di
assumere?
E’ una domanda interessante. Dipende. Come vi ho appena detto, ci sono psichici
in formazione, in via di progresso; questi, generalmente, al loro inizio non
hanno molto da scegliere, ma quando arrivano a un certo grado di crescita e di
coscienza (normalmente mentre sono ancora in un corpo fisico e hanno avuto un
certo numero di esperienze), allora, in quel momento, decidono quella che sarà
il loro prossimo campo di esperienza.
Posso farvi degli esempi, anche se molto esteriori. Supponete che un essere
psichico abbia di fare l’esperienza della supremazia, del potere, allo scopo di
conoscere le reazioni e come volgerle al Divino: imparare cioè cosa una vita di
potere vi possa insegnare.
Questo tipo di essere psichico s’incarna allora in un re o in una regina.
Godono quindi di un certo potere, e in quel periodo fanno le proprie esperienze.
Giungono in seguito alla fine della loro vita, e sanno ormai quel che volevano
conoscere; ora stanno per andarsene, per lasciare il corpo divenuto ormai
inutile, e si stanno preparando per la prossima esperienza. Ebbene, in quel
momento, quando l’essere psichico è ancora nel corpo e assimila quello che ha
imparato, decide per la prossima occasione. E a volte è un movimento di azione e
reazione; poiché dopo aver studiato un intero campo di esperienze, ha bisogno di
studiare il suo contrario. Molto spesso sceglie infatti una vita opposta a
quella passata. Così, prima di andarsene, dice:”la prossima volta sarà in quel
certo ambiente che prenderò un corpo” … Immaginate, ad esempio, che lo psichico
abbia raggiunto uno stadio di crescita in cui vorrebbe avere la possibilità di
lavorare sul corpo fisico per renderlo capace di divenire cosciente del contatto
col Divino e trasformarlo: allora, quando sta per lasciare il corpo nel quale ha
esercitato autorità, potere e attività, quel corpo insomma che aveva usato per
la propria crescita, dice:”La prossima volta nascerò in un ambiente neutro, né
basso né alto, dove non sarà necessario, dove non si avrà né grande potere ma
nemmeno grande miseria” – assolutamente neutro, capite? Una via di mezzo.
Sceglie perciò questa situazione. Poi, ritorna nel proprio mondo psichico per
avere il proprio necessario riposo, per assimilare l’esperienza appena avuta e
per la preparazione di quella futura. In seguito, naturalmente, si ricorda della
sua scelta, ma non può da quella sfera – prima di discendere un’altra volta, al
termine del periodo di assimilazione, quando è il momento di ritornare, di
venire sulla terra – non può, da là, vedere le cose materiali con noi le
vediamo: gli appaiono sotto un’altra forma. Comunque, certe differenze possono
ancora essere previste: le differenze di ambiente, di attività nell’ambiente,
possono essere chiaramente viste e percepite.
E’ in grado di avere una visione totale, o globale. Ha la possibilità di
scegliere. A volte sceglie la nazione: quando vuole un certo tipo di educazione,
civiltà, influenza, può scegliere anticipatamente la propria terra. A volte
invece non lo fa, ma sceglie solamente il proprio ambiente e il tipo di vita che
condurrà. E poi, da lassù, prima di scendere cerca il tipo di vibrazioni che
vuole: le può vedere molto chiaramente. E’ come se mirasse al posto dove vuole
cadere. Ma è solo un’approssimazione, perché un’altra condizione è necessaria:
non conta solamente la sua scelta, ma è importante ci siano anche, da quaggiù,
una ricettività importante ci siano anche, da quaggiù, una ricettività e
un’aspirazione. Ci deve essere qualcuno in quell’ambiente che egli abbia scelto,
generalmente è la madre (qualche volta entrambi i genitori, ma la più
indispensabile è la madre), che debba avere un’aspirazione e una ricettività,
qualcosa di sufficientemente passivo e aperto o un’aspirazione cosciente verso
qualcosa di elevato. E questo accende una piccola luce per l’essere psichico.
Nella massa che rappresenta per lui l’ambiente nel quale ha intenzione di
nascere, se c’è, oltre all’influenza della volontà che egli vi proietta, anche
una piccola luce accesa, allora sa dove andare.
Questa indicazione è necessaria; si può fare una differenza di giorni o di
mesi, ma, probabilmente, non di anni. Ad ogni modo, crea un’incertezza, ed è la
ragione per cui l’essere psichico non può prevedere la data esatta della
nascita;”Nascerò in quel mese, in quel giorno e a quell’ora”. E’ necessario che
trovi qualcuno che lo riceva, e quando l’anima lo vede vi si precipita.
Tuttavia, gli perviene solo un’immagine, anzi, non è nemmeno un’immagine, ma
qualcosa di molto simile.
L’essere psichico si tuffa nell’incoscienza, poiché il mondo fisico, di
qualsiasi coscienza umana si tratti, è molto frequente rispetto alla coscienza
psichica. Così, l’anima va a cadere nell’incoscienza: è come se cadesse a testa
in giù, e ne viene come stordita. E’ per questo che, generalmente, tranne
pochissime eccezioni, l’essere psichico, rimane incosciente per un lungo
periodo: non sa dove si trova e neppure quello che fa, non sa nemmeno perché si
trovi lì, niente di niente.
Ha una grande difficoltà ad esprimersi – poiché si trova ora in un bambino che
non ha ancora cervello, che ha solo un embrione di cervello a malapena formato,
e non possiede quindi gli elementi per esprimersi. Così, è molto raro che un
bambino manifesti immediatamente l’essere eccezionale che contiene … ma può
accadere – sono cose di cui si è sentito parlare. Succede, ma generalmente ci
vuole tempo. Lentamente, l’essere psichico si sveglia da suo torpore e diventa
consapevole che è lì per qualche ragione e per una scelta. DI solito, ciò
coincide con il momento di un’educazione mentale intensiva che vi esclude però
completamente dalla consapevolezza psichica. A questo punto, subentra allora la
necessità di una massa di circostanze e di eventi di tutti i tipi, di emozioni e
di tante altre cose che aprano le porte interiori e si possa cominciare a
ricordare che dopo tutto si è venuti da un altro mondo per una ragione precisa.
Altrimenti, se tutto procedesse normalmente, l’essere psichico potrebbe
stabilire il suo contatto abbastanza in fretta, quasi subito, Se avesse la
possibilità di trovare qualcuno in possesso di un po’ di conoscenza, se invece
di cadere in un mondo di conoscenza, s invece di cadere di un mondo di ignoranza
cadesse dove vi fosse un po’ di conoscenza, tutto potrebbe invece avvenire
piuttosto rapidamente.
Ma la volontà psichica e la crescita psichica sfuggono a tutte le comuni
nozioni di giustizia, di ricompensa e punizione, come gli uomini di solito le
concepiscono. Ci sono religioni e filosofie che vi raccontano ogni genere di
storie, che non sono altro che l’applicazioni della giustizia umana al mondo
invisibile, e sono quindi solo stupidaggini. Poiché non è affatto così, la
nozione di ricompensa e punizione come l’uomo la intende è un’assurdità e non è
per niente applicabile, per niente, alle realtà interiori. Così, una volta che
siete entrati nel vero mondo spirituale, tutto ciò diventa proprio una
stupidaggine, poiché le cose non stanno affatto così.
Molti vengono a dirmi:”Cosa avrò mai fatto nella vita precedente per trovarmi
ora in condizioni così difficili, assalito da tante sfortune?” E’ molto spesso
sono costretta a dire a certe persone:”Ma non vedi che è una benedizione, una
grazia? E forse sei tu stesso che l’hai chiesto nella vita precedente, così da
poter fare un progresso grande”… Queste sono nel complesso le idee correnti:”Ah”
Il mio corpo è in cattive condizioni, cosa ho fatto? Quali crimini ho commesso
nella vita precedente da meritarmi in questa…” . Sono tutte puerilità.
Può un essere
psichico incarnarsi in due corpi diversi?
Non è
così semplice … L’essere psichico è il risultato dell’evoluzione, cioè
dell’evoluzione della Coscienza divina che si è diffusa nella Materia e
lentamente ha elevato la materia e l’ha fatta crescere perché fosse in grado di
ritornare al Divino. L’essere psichico è stato progressivamente formato proprio
da questo nucleo di coscienza divina attraverso le varie vite. Poi, viene il
momento di cui questo essere raggiunge una specie di perfezione, di perfezione
nella propria crescita e formazione. E’ a questo punto che, molto di frequente,
dato che possiede una propria perfezione ancora maggiore, e a manifestare ancora
meglio il Divino, di solito attira a sé un essere dell’involuzione, cioè una di
quelle entità che appartengono a ciò che Sri Aurobindo chiama il Sovramentale [Overmind]
che viene così ad incarnarsi in questo essere psichico – può trattarsi di una di
quelle entità che gli uomini chiamano generalmente dèi, un certo tipo di
divinità. Quando avviene questa fusione, l’essere psichico ne viene naturalmente
magnificato e diviene partecipe della natura dell’essere che so è incarnato in
lui. E’ così che ja allora il potere di produrre delle emanazioni. Questi essere
hanno infatti il potere di produrre emanazioni di se stessi, vale a dire che
possono proiettare fuori di sé una parte di se stessi che diviene indipendente e
si incarna in qualche altro essere. Ci possono essere quindi non solo due ma
anche tre, quattro o cinque emanazioni; dipende dai casi, ma è possibile.
Significa insomma che una certa individualità può avere la stessa origine
psico-divina, per così dire, di altri; e, di solito, qualora ci siano varie
emanazioni, le varie persone sentono di essere quell’essere, e a buon diritto,
poiché tutte portano in sé qualcosa di quell’essere divino: è come se una parte
di quella divinità fosse volata via da se stessa e fosse sdoppiamento, ma una
specie di proiezione di sé. Lo sdoppiamento dà l’idea che quel che si p
sdoppiato abbia perso parte delle proprie facoltà: se vi tagliate in due il
corpo, ve ne resterà solo una metà; ma se avere il potere di emanare qualcosa
all’esterno, rimarrete sempre ciò che siete, ma allo stesso tempo ce n’è un
altro in un’altra persona.
Aurobindo
Considerare l’idea della rinascita e le circostanze della nuova vita come una
ricompensa o una punizione di punya [meriti] o di papa [demeriti] è una rozza
idea umana di “giustizia”, assai antifilosofica e antispirituale e che distorce
il vero scopo della vita. La vita, qui in questo mondo, un’evoluzione e l’anima
cresce con l’esperienza, sviluppando attraverso di essa questo o quell’aspetto
nella natura; e se vi è sofferenza è proprio per fare questa esperienza, non per
un giudizio inflitto da Dio o dalla Legge Cosmica per gli errori o le cadute
che, nello stato d’ignoranza, sono inevitabili.
Aurobindo
Riguardo all’affermazione che:”Le relazioni che si stabiliscono in una nascita
persistono in successive nascite, le loro probabilità dipendono dalla forza del
legame”, sì, è possibile, ma non è la legge – di regola lo stesso tipo di
relazione non si ripete -; le stesse persone spesso si rincontrano ancora altre
volte sulla terra in vite diverse, ma le loro relazioni sono diverse. Non
sarebbe di alcuna utilità, per lo scopo che ha la rinascita, se la stessa
personalità con le stesse relazioni e con le stesse esperienze si ripetessero di
continuo.
Aurobindo
Di solito, un’anima segue continuamente la medesima linea del sesso. Se ci sono
cambiamenti di sesso, si tratta, come regola generale, di parti della
personalità che non sono centrali.
Aurobindo
Ci sono dei movimenti che possono sembrare retrogradi, ma sono solo movimenti a
zig zag, non costituiscono una vera caduta all’indietro, ma sono un ritorno di
qualcosa che non sia stato elaborato, così che si possa in seguito retrocedere
in avanti. L’anima non ritorna a una condizione animale, ma una parte della
personalità vitale può separarsi e unirsi ad una nascita animale per potervi
così elaborare le proprie propensità animali.
Non c’è alcuna verità nella credenza popolare dell’avaro che diventa un
serpente, Sono superstizioni romantiche popolari.
Aurobindo
L’anima, l’essere psichico, una volta raggiunta la coscienza umana non può più
regredire alla coscienza animale inferiore, né in un albero o in un semplice
insetto. E’ invece vero che una parte dell’energia vitale, o della coscienza
strumentale formatasi o una parte della natura possano farlo, e molto spesso lo
fanno, qualora ci sia un qualche forte attaccamento a qualcosa nella vita
terrena.
Mére
La settimana scorsa vi ho parlato della nascita: come cioè le anime entrino nel
corpo; e vi go anche detto come questo corpo si formi in un modo molto
insoddisfacente, capita così praticamente per tutte – le eccezioni sono così
rare che non vale nemmeno la pena di parlarne.
Vi ho detto come voi veniate in questo mondo, a causa do questa nascita oscura,
con tutto il vostro bagaglio fisico pieno di cose di cui dovete in genere
sbarazzarvi se volete veramente progredire. Qualcuno mi ha scritto, citandomi le
mie stesse parole:”Siete portati in questo mondo con la forza, l’ambiente vi è
imposto con la forza e le leggi dell’atavismo vi sono imposte con la forza”, e
mi chiede chi mai sia la causa di tutto questo.
Evidentemente, avrei potuto essere più esplicita, ma pensavo fosse abbastanza
chiaro.
Il corpo viene prodotto da un uomo e una donna che diventano il padre e la
madre. E sono persone che non hanno neppure le capacità per chiedere all’essere
che stanno per mettere al mondo se questi lo voglia o se sia in accordo con il
loro destino.
Ed è appunto a questo corpo, che loro stesso formano, che impongono, con la
forza della necessità, un atavismo, un ambiente e in seguito un’educazione che
costituiranno quasi sempre un ostacolo alla sua crescita futura.
Per questo ho affermato, e lo ripeto ancora (pensavo fosse chiaro), che è a
causa del genitori fisici e del corpo fisico, niente altro; l’anima che si
incarna, sia che stia ancora crescendo e che sia totalmente sviluppata, si trova
a dover lottare contro le circostanze impostale dal tipo di nascita animale e
deve lottare per riuscire a trovare la sua propria via e ritrovare il suo sé
completo.
E’ così.
E’ possibile per il
padre e la madre far nascere …. Insomma, chiedere l’anima che vogliono?
Chiedere? Per questo dovrebbero avere una conoscenza occulta che generalmente
non hanno. Ma in ogni caso, quello che è possibile è fare che la cosa non
avvenga come negli animali, guidati dall’istinto o dal desiderio, e poi molto
spesso e un’aspirazione; i genitori devono mettersi in una condizione di
aspirazione, quasi di preghiera, così che l’essere che hanno intenzione di
formare possa costruire un involucro adatto ad incarnare un’anima – un’anima che
possano perciò chiamare perché s’incarni in quella forma. Ho conosciuto persone
– non molte, tali cose non accadono spesso – che hanno scelto circostanze
speciali, si sono preparati attraverso la concentrazione e la meditazione e
un’aspirazione particolare, e che hanno cercato di attrarre un essere
eccezionale nel corpo che stavano formando.
In certi paesi, nei tempi antichi, e persino adesso, la donna che è in attesa
di un figlio viene messa in condizioni speciali di bellezza, di pace e di agio,
in condizioni fisiche molto armoniose, così chela creatura si possa formare
nelle migliori condizioni possibili. Questo è evidentemente quello che si
dovrebbe fare, poiché è alla portata delle possibilità umane; gli esseri umani
sono già sufficientemente evoluti perché tutto questo non sia così eccezionale.
E tuttavia è piuttosto eccezionale, poiché pochissimi ci pensano, mentre poi
sono innumerevoli quelli che fanno figli senza neppure volerli.
E’ insomma possibile chiamare quaggiù un’anima ma in questo caso si deve essere
abbastanza coscienti e quindi si deve cercare di fare quel che si fa nelle
migliori condizioni. E’ molto raro, ma è possibile.
Quando si forma un
corpo, l’anima che vi si incarna è obbligata a incarnarsi proprio in quel corpo?
Non comprendo bene il
problema.
La formazione del corpo dipende totalmente
dall’uomo e dalla donna; tuttavia, l’anima che si manifesta nel nascituro, nel
corpo che si sta formando, è obbligata a manifestarsi in quel corpo?
Cioè se l’anima possa scegliere fra corpi diversi?
Si
Certo, ma è davvero
eccezionale, nonostante tutto, che tra questa enorme massa umana un’anima
cosciente possa prendere un corpo secondo la sua propria volontà. E’ un fatto
davvero raro.
Vi ho già detto che quando un’anima è cosciente, pienamente formata e vuole
incarnarsi, generalmente cerca di vedere, dal proprio dominio psichico, da
qualche parte sulla terra una corrispondente luce psichica. Inoltre, durante
l’incarnazione precedente, prima di lasciare il corpo e prima d lasciare
l’atmosfera terrestre, l’anima, come risultato dell’esperienza conseguita nella
vita appena terminata, sceglie in generale (non nei dettagli, ma nell’insieme)
le condizioni approssimative della sua vita futura. Ma sono casi eccezionali.
Potrebbe essere stato così per noi, ma la maggioranza, la grande maggioranza
degli essere umani, persino tra coloro che sono ben educati, la domanda non si
pone nemmeno. E’ un essere psichico in formazione che arriva, più o meno
formato, e qui avviamo tutti gli stadi di formazione, dalla scintilla che
diventa una piccola lice fino all’essere pienamente formato, e tutto ciò si
estende nell’arco di migliaia di anni. Quest’ascesa dell'anima per
divenire un essere cosciente con una volontà propria e capace di decidere della
propria vita, richiede migliaia di anni.
Quindi per tornare al discorso dell’anima che dica:” No, non voglio questo
corpo, me ne cerco un altro” … non dico che sia impossibile – tutto è possibile.
Infatti, ci sono i casi dei bambini nati morti; significa che non c’era un’anima
che vi era incarnata. Ma può anche succedere per altre ragioni, anche solo per
una malformazione, non si può dire. Non dico che il caso di un rifiuto sia
impossibile, ma di solito quando un’anima cosciente e libera sceglie di prendere
un corpo sulla terra, essa lavora su quel corpo ancora prima della nascita. Non
ci sono quindi motivi per non accettare anche gli inconvenienti che possano
essere dovuto all’ignoranza dei genitori; poiché l’anima ha scelto il luogo per
una ragione che non è ignorante; vi ha visto là una luce – può essere anche solo
la luce di una possibilità, ma c’era una luce ed è proprio per questa che ha
deciso di venire. Va bene, potrebbe dire:! Ah, no, non mi piace”; ma dove
potrebbe andare a trovare qualcosa che gli piaccia? Può accadere, non dico che
sia impossibile, ma non capita spesso. Poiché, quando l’anima guarda giù sulla
terra della dimensione psichica per scegliere il luogo della sua prossima
nascita, essa sceglie con sufficiente discriminazione ed ‘ difficile che
commetta un così grave errore. E’ successo anche che delle anime si siano
incarnate ma se ne siano poi andate. Può essere dovuto a molte ragioni. Per i
bambini che muoiono molto presto, dopo pochi giorni o settimane, la ragione può
essere qualcosa del genere. In genere si dice che in questi casi l’anima
necessitasse solo un una piccola esperienza per porta a termine la propria
formazione: e così, dopo una vita di poche settimane se ne è andata. Tutto è
possibile. Raccontare la storia dell’anima richiederebbe tante storie quante ne
sarebbero necessarie per raccontare la storia dell’uomo …
In sostanza, quindi, il decidere in modo arbitrario:”E’ in questo modo e non in
quell’alto; capita così e non invece così” è molto puerile. Può capitare
qualsiasi cosa. Si presentano vari casi, di cui alcuni sono più frequenti di
altri; si può generalizzare, ma non si può mai dire:”Questo non è possibile;
succede sempre in questo modo, o sempre in un altro modo”. Le cose non avvengono
così.
Ad ogni modo, si, in ogni caso, anche nel migliore dei casi, anche quando
l’anima sia cosciente, persino quando abbia coscientemente partecipato alla
formazione del corpo fisico, fino a quando il corpo sarà sempre prodotto nel
normale modo animale, non si potrà evitare all’anima di dover lottare e
correggere tutto ciò che le viene da quest’animalità umana.
I genitori possiedono per forza una certa particolare formazione, e si trovano
in un loro peculiare stato di salute che può essere buono o cattivo; anche nel
migliore dei casi, i genitori portano in sé una certa massa di atavismo, di
abitudini e di formazione nel loro subcosciente e persino nella loro coscienza
che sono a loro volta il risultato della loro propria nascita, dell0amoente in
cui hanno vissuto e della vita che hanno avuto; e anche se sono presone del
tutto riguardevoli hanno però in sé una quantità di cose che sono assoluta,mente
contrarie ad una vera vita psichica - anche i migliori, anche i più coscienti.
Inoltre, ci sono poi tutte le cose della vita che arriveranno. Anche se ci si
mette tutto l’impegno per l’educazione dei propri figli, questo vengono in
contatto con ogni tipo di gente che avrà una certa influenza su di loro,
soprattutto quando sono molto giovani; e tutte queste influenze entrano nel
subcosciente, e si dovranno in seguito combattere. Lo ripeto ancora; anche nel
migliore dei casi, siete sempre costretti, dato il modo in cui attualmente è
prodotto il corpo umano, ad affrontare innumerevoli difficoltà che provengono in
sostanza dal subcosciente, che emergono alla superficie e contro le quali si è
obbligati a lottare per poter essere completamente liberi e normalmente
sviluppati.
Mére
La rinascita non è una teoria da discutere, è un’esperienza che non ammette
dubbio alcuno per chi l’abbia avuta.
Aurobindo
L’unica questione che, attraverso tutte le complicazioni, è poi la somma di
tutta la filosofia e attorno alla quale alla fine gira tutta la ricerca umana è
il problema di noi stessi: perché siamo qui e cosa siamo, cosa c’è dentro di
noi, prima di noi, e attorno a noi, e cosa dobbiamo fare di noi stessi, dei
nostri significati interiori e del mondo in cui viviamo.
Nell’idea della rinascita evolutiva, qualora avessimo la possibilità di
accettarne la verità e di riconoscere i suoi antecedenti e le sue conseguenze,
abbiamo una base assolutamente sufficiente che possa rispondere su tutti i punti
interconnessi dell’unica eterna questione. Una evoluzione spirituale, cioè, la
cui scena è l’universo e la terra è il campo e lo stadio in cui ci troviamo, ma
il cui piano è ancora tenuto nascosto dall’alto alla nostra conoscenza limitata
– questo modo di vedere l’esistenza è una chiave luminosa che possiamo
utilizzare per molte porte di ciò che ci è oscuro.
Ma dobbiamo vederla nella sua prospettiva corretta, per poter cogliere le sue
vere proporzioni e, soprattutto, per vederla nel suo significato spirituale più
che nel suo processo meccanico. L’incapacità di poterlo fare in modo corretto ci
condurrà in gradi sofisticazioni filosofiche, ci poterà ora da un lato ora da un
altro in esagerate negazioni e lascerà la nostra asserzione del problema, per
quanto perfetta ne possa risultare la logica, insoddisfacente e senza
convinzione alla comprensione globale dell’umanità e alla complessità della sua
anima.
Aurobindo
La sola idea di ripetute nascite come processo dell’esistenza della nostra
anima non ci porta molto più lontano della semplice realtà materiale di questa
singola vita nel corpo, questo primo fatto della nostra sensazione cosciente e
della memoria che è l’occasione di tute le nostre speculazioni. Dietro al nostro
presente punto di partenza e precedente o stesso inizio successivo nella nostra
corsa nei campi dell0’essere, la rinascita ci ricorda in effetti di un passato,
di vissuti eventi anteriori, di un’esistenza dell’anima in molto corpi
precedenti che ha direttamente creato quello che siamo adesso.
Ma per quale uso o vantaggio, se non ci sia un significato progressivo nella
nostra preesistenza e nella nostra perseverante continuità? Fa retrocedere
davanti a noi, lontano nella nostra visione, l’ostruzione dell’imminente parete
vuota della morte; il nostro peregrinare sulla terra diventa meno un luogo o
breve non rintracciabile percorso, che termina in un improvviso ed ambiguo cul
de sac: la nostra dissoluzione fisica rimane priva del più crudele veleno del
suo aculeo. Poiché infatti il peso della morte per l’uomo, la sua creatura
pensante, volitiva, sensibile, non p la perdita di questo povero involucro o
veicolo che è il corpo, ma è la cieca finalità psichica che la morte suggerisce,
la stupida fine materiale del nostro volere, pensiero, aspirazione e sforzo, la
brutale interruzione dei cari e dolci affetti e delle relazioni del cuore, la
futile e inesorabile discontinuità di quel meraviglioso senso dell'anima il
quale tutto contiene e che ci do le nostre radianti visione della gloria e della
gioia dell’esistenza – questa è la discordanza e l’aspra incongruenza contro le
quali la creatura vivente e raziocinante si rivolta perché incredibili e
inammissibili. L’ardente sforzo verso l’immortalità della nostra vita, mente e
psiche che possono acconsentire alla cessazione solo ribellandosi con ostilità
alla propria fiamma naturale, e il suo stesso diniego, che l’oscura acquiescenza
di un corpo ce consente inerte alla morte quanto alla vita ci apporta,
rappresentano tutta la dolorosa e irriconciliabile contraddizione della nostra
duplice natura. La rinascita prende questa difficoltà e la risolve nel senso di
una continuità dell’anima con il ritmo della ripetizione fisica. Come altre
soluzioni non materialistiche essa dà ragione all’ispirazione dell'anima invece
che a quella del corpo, e avvalora la riesca di sopravvivenza, ma diversamente
da certe altre mistifica la vita del corpo con la sia utilità per
un’ininterrotta esperienza che l’anima può avere di se stessa: il nostro così
breve agire in un corpo cessa quindi di essere un caso isolato o un brusco
interludio, riceve la giustificazione di un futuro adempimento così come di un
passato creativo per le sue azioni e relazioni altrimenti casuali.
Ma la semplice persistenza, la continuità meccanica non è sufficiente; non è
tutto ciò che il nostro essere psichico rappresenta, non è l’intero e luminoso
significato della sopravvivenza e della continuità: senza ascensione, senza
espansione, senza una qualche crescita direttamente nella luce, nella forza del
nostro Spirito, le nostre parti più elevate agiscono qui sempre incomplete, la
nostra nascita nella materia non è giustificata da nessun significato adeguato.
Staremmo ben poco meglio che nel caso in cui la morte restasse la nostra
finalità, poiché la nostra vita alla fine diviene una futilità indefinitamente
continuata e rinnovata e temporaneamente conseguente, invece di essere una
futilità inconseguente, bruscamente conclusa e subito condannata.
Con la rinascita, inoltre, anche questo mondo attorno a noi, il nostro
ambiente, le sue suggestioni e le sue opportunità non sono più lasciati come
campo di una fioritura fisica effimera o come una Vita che ben poco si preoccupa
dell’individuo e che ha per costui ben poco si preoccupa dell’individuo o che ha
per costui ben poco significato, sebbene forse possa offrire molto alla specie
durante la sua incerta e maggiore durata. Il mondo sviluppa invece attorno a noi
un campo di esperienze dell’anima, un sistema di ricorrenze dell'anima, un mezzo
di auto-effettuazione, forse una cristallizzazione delle effettive immagini,
riflessioni di sé dell’essere cosciente. Ma per quale finalità, se la nostra
ricorrenza è solo una ripetizione o una fluttuazione esitante entro pochi
modelli fissi con un campo di realizzazioni molto limitato e sempre incompleto?
Poiché infatti sarebbe proprio così, se non c’è sbocco verso l’alto, se non c’è
una progressioni infinita o liberazione o estensione nelle infinità dell’anima.
La rinascita ci dice che quel che siamo è un’anima che opera costantemente il
miracolo della propria incarnazione; ma il perché di questa incarnazione, cosa
debba fare, qui, quest’anima con se stessa e quale uso debba fare di questo
mondo che gli viene dato come suo grandioso scenario, con il suo difficile e
plastico materiale e il suo assediante insieme di stimoli e suggestioni
multiformi, non è affatto più chiaro di prima. La percezione invece della
rinascita come un’occasione e un mezzo di evoluzione spirituale colma ogni
lacuna. Fa della vita un’ascensione significativa e non una ricorrenza
meccanica; ci apre le prospettive divine di un’anima in crescita; rende il mondo
un nesso dell’’espansione spirituale di se stessi; ci mette alla ricerca, e con
una sicura promessa per tutti di una grande scoperta ora o in seguito;
dell’auto-conoscenza del nostro Spirito e dell’auto –realizzazione nella nostra
esistenza di una intenzione saggia e divina.
La sensazione opprimente di un cerchio di ricorrenze meccaniche e
l’appassionata ricerca di uno sbocco verso una fuga assoluta avevano
ossessionato i vecchi enunciati sulla verità della rinascita e avevano lasciato
su di essi, nonostante le profondità scandagliate, una certa impronta di
inadeguatezza insoddisfatta, - non erano illogici, poiché sono sufficientemente
logici una volta ammesse le loro premesse, ma insoddisfacenti, perché non ci
giustificano il nostro esistere. Poiché infatti omettendo l’utilità divina
dell’opera cosmica, essi non ci spiegano con sufficientemente ampia, diligente
e risoluta completezza Dio, noi stessi e l’esistenza, negano troppo, mancano il
senso positivo del nostro anelito, e lasciano risuonare un’immensa nota di
futilità spirituale e di discordia cosmica.
Aurobindo
Gli interrogativi che circondano la nostra esistenza si spiegano allora tutti
assieme con una certa soddisfacente pienezza. Siamo un’anima dello Spirito e del
Sé trascendenti che si dispiega nel cosmo in una costante personificazione
evolutiva, della quale l’aspetto fisico è solo un basamento di forma che
corrisponde nella sia evoluzione ai gradi ascendenti dello spirito, ma la cui
crescita spirituale è il senso reale e il movente.
Ciò che si trova dietro a noi è la condizione passata dell’evoluzione
spirituale, le gradazioni ascendenti dello spirito già scalate, dalle quali
attraverso costanti rinascite abbiamo sviluppato quello che siamo, e stiamo
tutt’ora sviluppando questa condizione umana presente e intermedia
dell’ascensione. Quello che ci circonda p il costante processo della rivelazione
nel suo aspetto universale; le condizione passate vi sono contenute,
contemplate, da noi superate, ma in modo generale e vario ancora ripetute come
un supporto ed uno sfondo; le condizioni presenti esistono con come un’inutile
ricorrenza, ma in una gestazione attiva e significativa di tutto ciò che deve
essere ancora rivelato dallo spirito, non una ricorrenza decimale irrazionale
che ripete per sempre le sue figure invano, ma una serie in espansione dei
poteri dell’Infinto. Quello che ci sta di fronte sono le maggiori potenzialità,
i gradi non ancora ascesi, le ancora più grandiose manifestazioni che sono state
intese.
Noi siamo qui per essere questo mezzo dell’ascendente manifestazione di sé
dello spirito. Quello che dobbiamo fare con noi stessi e con i nostri
significati è di crescere e di aprirli ai più grandi significati dell’essere
divino, della coscienza divina, potere divino, gioia divina, della coscienza
divina, potere divino, gioia divina e unità molteplice, e quello che dobbiamo
fare col nostro ambiente è di usarlo coscientemente sempre più per scopi
spirituali e farne sempre più una forma per il dispiegarsi ideale di una
perfetta natura e concezione di sé del Divino nel cosmo. E’ questa sicuramente
la Volontà nelle cose che è all’opera, grande e deliberata, senza fretta, senza
sosta, attraverso ogni ciclo, per una infinita Realtà nelle sue proprie figure
finite.