in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

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Elena Maggio - Lessico della Archeologia del sapere di Michel Foucault


 

  • A priori storico: questo concetto indica non la condizione di validità per dei giudizi, ma la condizione di realtà per degli enunciati, ossia è l'insieme delle regole che caratterizzano e appartengono ad una certa pratica discorsiva (per questo è storico e non una struttura atemporale che governa quasi esternamente gli avvenimenti discorsivi).

  • Archivio: è la legge di ciò che può essere detto, il sistema che governa l'apparizione e la trasformazione degli enunciati come eventi singoli, ossia è ciò che definisce il modo di esistenza attuale dell'enunciato, costituendone il sistema di funzionamento.

  • Avvenimenti discorsivi: studiare i discorsi come avvenimenti discorsivi significa trattarli nel momento del loro accadere, spostando quindi l'attenzione sulle condizioni della loro emergenza e sulle regole di esistenza e funzionamento.

  • Campo associato: ogni funzione enunciativa comporta sempre l'esistenza di un campo associato che si può così definire:
    - "è costituito dalla serie delle altre delle altre formulazioni all'interno delle quali l'enunciato s'inscrive e di cui costituisce un elemento […];
    - è costituito anche dall'insieme delle formulazioni a cui l'enunciato si riferisce (implicitamente o no) sia per ripeterle, sia per modificarle o adattarle, sia per opporvisi, sia per parlarne a sua volta […];
    - è costituito anche dall'insieme delle formulazioni di cui l'enunciato predispone l'ulteriore possibilità, e che possono venire dopo di lui come sua conseguenza […];
    - è costituito dall'insieme delle formulazioni di cui l'enunciato in questione condivide lo statuto, tra cui prende posto senza considerazioni d'ordine lineare, con cui si cancellerà o con cui invece verrà valorizzato, conservato, sacralizzato e offerto, come oggetto possibile, a un discorso futuro […]" (p. 131-132).

  • Campo di esistenza della funzione enunciativa: nella descrizione degli enunciati, questi non vengono considerati come delle unità atomiche, ma a partire dal reticolo di relazioni in cui vivono e in cui la loro identità si conserva o scompare.

  • Campo di utilizzazione. l'enunciato cambia a seconda dell'uso che ne facciamo (a seconda ad esempio che lo consideriamo nella sua struttura grammaticale o retorica o all'interno di una procedura di verifica sperimentale), uso che non rappresenta un criterio di individuazione dell'enunciato, ma un criterio per comprendere le sue variazioni.

  • Configurazione interdiscorsiva: nel descrivere le formazioni discorsive, l'archeologia deve confrontarle, contrapporle, fissarne i limiti cronologici, presentandosi così come uno studio al plurale. Comparando diverse formazioni discorsive non si va alla ricerca di forme generali, ma di configurazioni particolari che si trovano in relazione con altri gruppi di discorso formando quella che Foucault definisce una "configurazione interdiscorsiva".

  • Continuità / discontinuità: se per la storia classica la discontinuità coincide con l'insieme di avvenimenti dispersi - dal punto di vista della loro collocazione temporale e del loro senso - che devono venire delimitati e ricompresi nell'orizzonte di una continuità progressiva, per la ricerca archeologica essa diviene un concetto operativo, nel senso che le formazioni discorsive sono da studiare senza alcuna pretesa teleologica, ma nelle loro trasformazioni, fratture, equivalenze, singolarità.

  • Correlazioni archeologiche: consistono nei rapporti di subordinazione o complementarietà tra diversi gruppi di positività.

  • Dispersione: nella descrizione degli enunciati non bisogna andare alla ricerca di un unico principio, centro, significato ad essi sottostante, ma individuare le trasformazioni che si producono nella loro presunta identità nel corso del tempo.

  • Divari archeologici: si riferiscono al fatto che un'unica nozione abbraccia due elementi archeologicamente distinti.

  • Effetto di superficie: l'analisi archeologica comporta il moltiplicarsi delle fratture nella storia delle idee, in quanto, non andando alla ricerca di qualcosa di più profondo e veritiero rispetto a ciò che appare, si concentra sui diversi livelli, sulle varie relazioni che compaiono appunto alla superficie.

  • Enunciati effettivi: si tratta dell'insieme finito e concretamente individuato degli enunciati che sono stati formulati.

  • Enunciato atomico: l'enunciato non deve essere descritto come una unità autonoma, autosussistente, perché si presenta sempre inserito in una complessa rete di relazioni, di campi, di regole.

  • Enunciato-evento: si parla di evento perché il discorso viene studiato nella limitatezza e singolarità del suo accadere, ossia cogliendolo nel momento stesso del suo farsi realtà, secondo determinati meccanismi di emergenza ed esistenza.

  • Esteriorità: gli enunciati sono considerati nella loro esteriorità - intesa come pura irruzione, nel luogo e nel momento in cui si produce - che non rimanda a nessuna forma contraria di interiorità, ma solamente alla loro esistenza manifesta in quanto eventi descrivibili.

  • Formazione discorsiva: è quell'unità che la storia tradizionale individuava a partire dall'identità degli oggetti trattati, dei concetti e del vocabolario utilizzati e dei temi sviluppati; per l'archeologia invece si tratta di un sistema di cui descrivere le regolarità - un ordine, delle trasformazioni, delle correlazioni, dei funzionamenti.

  • Funzione di esistenza: l'enunciato non è una struttura che mette in relazione degli elementi variabili, ma è invece "una funzione di esistenza" nel senso che è esso che decide se i diversi hanno senso oppure no, in base a quale regola si succedono o si sovrappongono, di che cosa siano segno e quale tipo di atto si trovi ad essere effettuato grazie alla loro formulazione.

  • Griglie di specificazione: sono quei "contenitori" a cui ci si riferisce parlando di un certo oggetto (ad esempio l'anima, il corpo, la vita e la storia degli uomini, i meccanismi delle correlazioni neuro-psicologiche come griglie del discorso psichiatrico del XIX secolo).

  • Isomorfismi archeologici: sono gli elementi discorsivi differenti che si formano a partire da regole analoghe.

  • Isotopia archeologica: consiste nel fatto che concetti diversi occupano un posto analogo nei diversi sistemi di positività.

  • Istanze di delimitazione: ci si riferisce ai vari campi del sapere che individuano in modo differente e così delimitano gli oggetti.

  • Legge di rarità: si tratta di studiare gli enunciati nel momento e nei modi in cui sorgono, a partire dall'esclusione di altri enunciati, non perché rimasti non detti o nascosti, ma perché ciò che interessa è un limitato sistema di presenze ( in questo senso si parla di "principio di scansione" dei discorsi e di "principio di vacuità" nel linguaggio: si parte dalla consapevolezza che non si dica mai tutto, ossia che rispetto alla combinatoria illimitata del linguaggio, gli enunciati non esauriscano tutta la gamma di possibilità).

  • Livello del "si dice": l'analisi degli enunciati si effettua senza alcun riferimento ad un cogito, non chiama in causa colui che parla o che si nasconde dietro ciò che viene detto: essa si colloca in quel piano definito "livello del "si dice"", non da intendersi come una sorta di opinione comune o collettiva o di grande voce anonima, ma come l'insieme delle cose dette, le relazioni, le regolarità e le trasformazioni che vi si possono osservare, il campo che con certe figure, con certe intersecazioni indica la posizione particolare di un soggetto parlante che può ricevere il nome di autore.

  • Modalità enunciative: sono le leggi delle diverse enunciazioni, nel senso che definiscono il luogo da cui esse provengono (status di chi parla, posizioni istituzionali, rapporto tra la posizione dei soggetti e i gruppi di oggetti).

  • Modello archeologico: evidenzia come le regole si applichino o meno, si concatenino o no nei vari tipi di discorso.

  • Positività: trattiamo gli enunciati come delle positività quando non cerchiamo di riportarli ad un soggetto fondatore, ad un'origine nascosta, ad una ragione ad essi sottesa, ma quando li descriviamo nella loro rarità, esteriorità, nelle loro concrete relazioni.

  • Rapporti di senso: la funzione di un enunciato non coincide, come per la frase, con il suo senso: è possibile infatti che una frase sia senza senso, ma non l'enunciato a cui essa appartiene (ad esempio se fa parte di un sogno).

  • Regime di esistenza: nello studio dei discorsi, questi non devono più essere considerati come un insieme di segni che si riferiscono a dei contenuti o a delle rappresentazioni già date, ma come delle pratiche che formano gli stessi oggetti di cui parlano.

  • Regione d'interpositività: l'analisi archeologica non vuole essere esaustiva, proprio perché il suo obiettivo non è la descrizione dello spirito di un'epoca, del volto di una cultura ma la descrizione di una "regione d'interpositività", ossia di alcune delle formazioni discorsive esistenti, e delle loro relazioni, tra tutte quelle appartenenti ad una data epoca.

  • Regole di formazione del discorso: sono le condizioni di esistenza a cui rispondono gli elementi di una formazione discorsiva (un ordine, delle trasformazioni, delle correlazioni, dei funzionamenti).

  • Regole di formazione: costituiscono il meccanismo delle analogie e delle differenze che caratterizzano le formazioni discorsive così come esse appaiono a livello delle regole di formazione e che l'analisi archeologica vuole analizzare.

  • Singolarità di un enunciato: descrivere un enunciato significa rispondere alla domanda che chiede: "qual è quella esistenza specifica, concreta che viene alla luce in quello che si dice, e non mai altrove?"

  • Sistema di formazione: si deve dunque intendere un complesso fascio di relazioni che funzionano come regola: esso prescrive ciò che si è dovuto mettere in rapporto, in una pratica discorsiva, perché essa si riferisca a questo e a quell'oggetto, perché essa faccia intervenire questa e quella enunciazione, perché essa utilizzi questo e quel concetto, perché essa organizzi questa e quella strategia.

  • Sistemi enunciativi: i concetti vengono portati dal piano della loro produzione ideale a quello della loro formulazione: si studiano cioè i sistemi caratterizzati da precise regole di emergenza e di esistenza che esercitano una funzione concreta nella storia delle idee e delle istituzioni.

  • Soglie di emergenza: sono i livelli in cui le formazioni enunciative svolgono una determinata funzione (soglia di positività, soglia di epistemologizzazione, soglia di scientificità, soglia della formalizzazione).

  • Strategie: sono delle organizzazioni di concetti; potremmo pensare ad esse come ad una sorta di temi e teorie, che sorgono all'interno di certi discorsi: ad esempio la grammatica del XVIII secolo diede luogo al tema della lingua originaria, la fonologia del XIX secolo al tema della parentela tra tutte le lingue indoeuropee.

  • Superfici di emergenza: ci si sta riferendo all'emergenza degli oggetti in quanto oggetti del discorso che appaiono in determinati spazi che variano a seconda delle epoche (ad esempio le superfici di emergenza dei concetti della psicopatologia nel XIX secolo possono rinvenirsi nella famiglia, nell'ambiente di lavoro, nella comunità religiosa).

  • Tema della precessione e della somiglianza: la storia delle idee ritiene che tutti gli avvenimenti e i discorsi siano collocabili in un'unica grande serie in grado di fissare dei punti di riferimento cronologici omogenei, che tra i vari dati sia possibile, cioè, distinguere l'elemento originario, primario dal punto di vista temporale (tema della precessione) e l'elemento somigliante o identico tra i diversi tipi di formulazioni (tema della somiglianza).

  • Tema storico-trascendentale: è il tema che attraversa la ricerca storica e filosofica tradizionali che ricercano dietro i discorsi e gli avvenimenti manifesti un Logos unificatore, il nucleo di una ragione e di una soggettività fondatrici.

  • Valori di verità: la funzione di un enunciato non coincide, come per la proposizione, nella corrispondenza con il suo referente: anzi è proprio l'enunciato a fissare lo spazio ed il tipo di relazione tra questa ed il suo referente.

 

Da: http://www.ilgiardinodeipensieri.com/storiafil/foucault-2.htm

 

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